Tempo effettivo di gioco, dopo i dati “allarmanti” di Verona si spera in un’inversione di tendenza.
Torna d’attualità, in casa Milan, e più in generale anche per quanto riguarda la serie A, la polemica legata al tempo effettivo di gioco. Di recente l’argomento ha visto l’intervento di vari addetti ai lavori, e, già dallo scorso anno, il tecnico Stefano Pioli è stato uno dei promotori della “crociata” a favore dello spettacolo e di un numero minore d’interruzioni del gioco.
Il dato del Bentegodi, nella ripresa si è giocato soltanto 21 minuti e mezzo
In realtà, purtroppo, i novanta più recupero sono da sempre tali solo sulla carta. Di frequente, oltretutto, sono meno della metà, così come ad esempio è accaduto nel match di domenica scorsa col Verona. Nella seconda frazione, infatti, la squadra di Bocchetti, forte del provvisorio pareggio ottenuto nel primo tempo, si è resa protagonista di numerose perdite di tempo legate ad interventi fallosi e, fino al gol del 2-1 di Tonali, ad una ripresa del gioco troppo lenta e tardiva.
La cosa non è passata inosservata agli occhi dei giocatori rossoneri, che, in testa Theo Hernandez, si erano più volte lamentati col direttore di gara. Il dato della Lega Serie A sul secondo tempo del match del Bentegodi, in effetti, è eloquente. La durata del gioco effettivo è stata pari a 21 minuti e mezzo.
Gli arbitri possono e devono essere più attenti…e Stefano Pioli lo ribadisce già dallo scorso anno
Un arbitro che dirige gare non semplici come si è rivelata quella con l’Hellas rischia di essere coinvolto, dentro al campo, in discussioni di vario genere. Discutere con i giocatori e provare a riportare la calma tra loro, tuttavia, insieme agli interventi del var e alle sostituzioni, contribuisce a spezzettare il gioco. E se si aggiunge che per battere un calcio di punizione, come a Verona, occorrono da 40 secondi a 1 minuto, ecco che non si raggiungono nemmeno i 45 minuti di gioco effettivo.
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Verso Milan-Monza, Pioli e il Milan vogliono “giocare” di più
Lo stesso Stefano Pioli, che lo scorso anno aveva più volte protestato giungendo, (in particolare dopo le gare col Torino e l’Udinese), a dire all’arbitro che fosse “inutile concedere tanto recupero se prima non viene tutelato il ritmo partita“, si è già espresso contro questa tendenza sempre più radicata nella nostra serie A.
E anche quest’anno sembra che da noi il tempo di gioco effettivo sia ancora un po’ più basso rispetto alla media degli altri paesi europei, anche se, comunque, i “check” del var appaiono in diminuzione.
A livello mondiale si valuta l’introduzione del tempo effettivo
La Fifa, è bene ricordarlo, ha più volte aperto alla possibilità che il calcio adotti l'”effective playing time” in futuro, con la materia che sarebbe già attualmente oggetto di valutazione.
I numeri in serie A non sono sempre chiari ma per chi fa gioco (e per lo spettacolo) si spera in un cambiamento
Ma se si cerca il conforto dei numeri, non è possibile, almeno per ora, avere dei dati chiari. Le variabili e le rilevazioni sul tempo di gioco nel massimo campionato italiano non sembrano infatti mostrare sempre lo stesso trend. E’ auspicabile, tuttavia, che almeno per il Milan e la sua tendenza a costruire gioco, già dalla gara di domani col Monza si possa assistere quantomeno ad un’inversione di tendenza. L’obiettivo, in ottica futura, dovrebbe essere quello di regalare a chi assiste ai match del nostro campionato uno spettacolo più coinvolgente. E, a detta di tutti, ciò non può prescindere dal tempo effettivo di gioco.