Pietro Cartolano ci aiuta a rileggere le ultime due prestazioni del Milan (Sassuolo e Atalanta) in chiave tattica.
Ben ritrovati amici di Daily Milan, oggi è Natale nel cuore di tutti, tranne che nei cuori rossoneri. Fa sempre più male parlare del nostro amore amaro, ma è in questi momenti che si riconosce il vero tifoso. D’altronde, in questa rubrica andiamo ad analizzare le gare tramite la tattica, pertanto potremmo farlo in modo asettico e distaccato. Anche se presumo sia impossibile.
Durante questa lettura è consigliato ascoltare a ripetizione “Povero diavolo, che pena mi fa” tratto da Bella senz’anima di Riccardo Cocciante, oppure “Ho bisogno di amarti, ma non come vuoi tu” tratto da Tutto questo sei tu di Ultimo. In fondo, farci del male con la musica ci piace.
Il Menù di Natale propone:
1 – Sassuolo, sfortuna e rimpianto
2 – Bergamo, via del suicidio
3 – Chi di tattica ne capisce
4 – Repetita Iuvant
1 – SASSUOLO, SFORTUNA E RIMPIANTO
Ripensando alla gara con il Sassuolo, mi sale una rabbia indescrivibile. Non per il risultato, ma per la prestazione. La squadra è scesa in campo con lo spirito giusto e con una quadratura tattica precisa: ci vuole tanto?
Nel dettaglio, le marcature erano uomo a uomo, il regista riusciva a trovare lo spazio per far partire l’azione, i tre giocatori di qualità riuscivano a dialogare e stare vicini, la spinta dei terzini era continua e l’attaccante cercava di entrare nell’azione. Tutto teoricamente perfetto. Infatti, il Sassuolo non si è mai reso pericoloso, Pegolo ha salvato il risultato una dozzina di volte e, come al solito, se al posto di Kessie ci fosse un calciatore da Milan, il gol di Theo Hernandez sarebbe stato regolare.
Le riflessioni più ovvie sono: come dovrà intervenire la dirigenza sul mercato per comprare un buon incontrista e spedire Kessie in qualche campionato sperduto ai confini del mondo? E perché Ibrahimovic diventa fondamentale dal momento in cui il Milan crea una dozzina di palle gol e nessuno le spinge in rete?
Pare tutto così ovvio, ma probabilmente non lo è.
2 – BERGAMO, VIA DEL SUICIDIO
Vi abbiamo ripetuto milioni di volte che il modulo adatto al Milan è il 3-5-2 e a Bergamo si è capito il motivo. Checché se ne dica, Pioli ha le sue colpe e sono enormi. Boban può dire ciò che vuole, ma chiunque ne capisca di calcio ha visto ciò che è successo. Andiamo a spiegare:
Con il solito modulo fifone, il Milan affronta una squadra che gioca a tutto campo, con un pressing preciso e altissimo, con sortite offensive colme di imprevedibilità. L’idea di lasciare Piatek in panchina ha senso se si pensa di giocare in contropiede con Leao. Ma se l’azione non si sviluppa da dietro, tutto ciò ha poco senso. Ecco infatti che le rimesse dal fondo venivano calciate lunghe e gli armadioni che il Gasp ha in difesa sovrastano sistematicamente Leao. Ma questo è il meno se guardiamo la fase difensiva che è stato il vero enorme errore di Pioli. L’Atalanta va affrontata con maggiore coraggio di quello che mettono sul campo loro. Il buon Giampaolo aveva lavorato su una linea difensiva altissima, secondo me orgasmica. I tre dell’Atalanta là davanti hanno giocato per i primi venti minuti senza marcature, con la possibilità di muoversi sul fronte offensivo indisturbati e di ricevere la palla senza pressing. Visto che ci siamo, stendiamo un tappeto rosso.
3 – CHI DI TATTICA NE CAPISCE
Il Gasp, che è un tattico intelligentissimo, sapendo della puerile paura rossonera, ha giocato con il falso 9 permettendo ai suoi di rimanere indisturbati. Musacchio e Romagnoli hanno atteso all’interno della propria area che i bergamaschi avanzassero senza accorciare o raddoppiare. Conti e Rodriguez, infatti, sono stati presi a schiaffi per tutta la partita. Appena Pioli ha capito la cazzata che ha fatto, ha chiesto a Musacchio di alzarsi e accorciare, ma era già troppo tardi: la partita è stata compromessa dopo 40 secondi. In seguito alla richiesta di Pioli, il Gasp risponde invertendo la posizione di Malinovskyi e Gomez, creando nuovo scompiglio.
Il Milan ha sempre corso all’indietro. I centrocampisti non hanno mai visto la palla e gli attaccanti hanno puntualmente sbagliato scelta. Suso su tutti.
4 – REPETITA IUVANT
L’abbiamo detto e ripetuto in ogni articolo dall’arrivo di Pioli: cambiare allenatore è inutile vista la qualità della rosa. Giampaolo non avrebbe potuto fare peggio di Pioli, ma il caprio espiatorio ormai era stato definito e questo odio sarà impossibile da togliere dalla mente del tifoso medio. Gattuso aveva trovato la quadra in questa rosa di scappati di casa, ma qualcuno ha preferito la presunzione all’utilità e ha mandato via l’unica persona che meritava questo ruolo.
Attualmente l’unico modulo che potrebbe dare un senso a questa squadra è il 3-5-2. Ciò obbligherebbe la difesa a giocare alta, permetterebbe ai due esterni di poter spingere senza il terrore della diagonale difensiva, permetterebbe a Bennacer di abbassarsi in fase di impostazione senza lasciare una voragine centrale, lascerebbe Kessie e Suso in panchina senza remore. Valorizzerebbe le qualità di alcuni giocatori tra cui Ricardo Rodriguez, Conti, Romagnoli, Leao e Piatek.
L’abbiamo detto mille volte, ma per farlo ci vogliono umiltà e palle. Ed è questo che chiediamo, per una santissima volta.
Buon Natale, buon anno nuovo e a risentirci cari lettori di Tattica…mente, sperando che quando ci risentiremo sarà cambiato qualcosa.