Milan, Olivier Giroud lascia il club dopo aver abbattuto il tabù della n.9: dall’idolo Shevchenko al sogno scudetto conquistato nel 2022
E’ il 5 febbraio del 2022 e il Milan ha appena trovato il goal del pareggio, nel derby contro l’Inter, grazie alla zampata un po’ fortuita di Olivier Giroud, quando in un San Siro stracolmo di tifosi nerazzurri cala il silenzio. Si sentono solo le urla dello spicchio destinato ai sostenitori rossoneri. Il risultato è, quindi, fermo sull’1-1. Passano tre minuti: 77:53. Un istante che cambierà per sempre la storia del club di via Aldo Rossi, e soprattutto quella di un “signore” alto un metro e 93 per 92 chili. Il pallone nello spazio, un po’ corto e sul destro, il suo piede debole. Il colpo di genio del campione: controllo di tacco con cui si apre la possibilità di concludere con il sinistro: girata in caduta e pallone in porta, 1-2. La corsa sotto la Curva Sud e la lingua di fuori, per quella che diventerà l’iconica foto della stagione 2021/22. Riavvolgiamo il nastro, il resto è storia…
TRA FROGES E SCHEVCHENKO
Olivier Jonathan Giroud, per molti Olly, nasce a Chambéry, il 30 settembre 1986 in Francia, nella regione del Rodano-Alpi e cresce nel vicino villaggio di Froges. Un metro e 93 per 92 chili, non tutti sanno che nelle vene del francese scorre anche un po’ di sangue italiano: la nonna Antonia Gaiatto è infatti originaria della provincia di Trieste, mentre nonna Yvonne Avogadro di quella di Bergamo. Sempre con il pallone tra i piedi, Giroud muove i suoi primi passi nelle giovanili del Froges. Tra un allenamento e l’altro, Olivier guarda le partite di Serie A e segue una squadra in particolare, il Milan di Andriy Shevchenko. L’attaccante ucraino è nel pieno della sua carriera e quando Olly ha solamente 17 anni, il centravanti rossonero in maglia numero 7 ha appena segnato il rigore che ha regalato la Champions League al Milan nel 2003: “Da piccolo, seguivo la Serie A e il Milan in modo particolare. Shevchenko era il mio idolo e tifavo per i rossoneri”. Queste le parole che il francese racconterà, poi, nel corso di un’intervista durante la sua lunga e vincente carriera.
TRA FRANCIA
Nonostante le capacità ci siano, quando Giroud è un adolescente non sono in tanti a scommettere su di lui. A 13 anni, però, riesce a guadagnarsi un posto nel Grenoble e divide il suo tempo fra studio e allenamenti. Nel 2005, all’età di 18 anni, Olivier firma il suo primo contratto da professionista con lo stesso club che nel 2000 aveva creduto in lui. Con la squadra francese, fa l’esordio in Ligue 2 il 24 marzo 2006. Nella stagione 2007/08 l’attaccante viene, però, ceduto in prestito all’Istres, formazione della Terza Divisione, ma Olivier non si perde e continua a rincorrere il sogno. La luce in fondo al tunnel arriva e finalmente nel gennaio 2010 l’attaccante viene acquistato dal Montpellier per circa 2 milioni di euro. Le reti alla sua prima avventura nella massima serie francese sono ben 14 in 43 partite fra campionato e Coppe. In campo non si ferma più e nel 2011/12 guadagna il titolo di capocannoniere della Ligue 1 con 21 reti in 36 gare.
E INGHILTERRA
Il 26 giugno 2012 arriva la svolta in carriera: Olivier viene acquistato dall’Arsenal e alla sua prima stagione in Premier League realizza 17 goal in 46 presenze. Nell’avventura con i Gunners, poi, Giroud vince ben 3 coppe d’Inghilterra e 3 supercoppe. Dopo 105 reti in 253 partite, il francese saluta e nel 2018 firma con i rivali del Chelsea, che pagano 18 milioni di euro, pur di aggiudicarsi il bomber che si è guadagnato il rispetto tra i grandi attaccanti europei. A 31 anni il francese raggiunge la maturità calcistica e con i Blues realizza 39 goal in 119 partite. Vince anche l’Europa League nella stagione 2018/19 e la coppa dalle grandi orecchie nel 2020/21. La Champions, per il francese, è il coronamento di una carriera cercata e voluta a tutti i costi. Non a caso, nel giugno 2022, pubblica la sua autobiografia, che è così intitolata: “Crederci sempre”.
E LA NAZIONALE?
La storia di Giroud con la Francia è unica. Proprio come il suo primato di goal con la maglia de “les bleus”, ma ci arriviamo… La prima convocazione giunge grazie alla chiamata di Laurent Blanc nel 2011 e l’esordio di un Olly già 24enne, arriva nell’amichevole contro gli Stati Uniti. Da quella partita, l’attaccante in questione colleziona 131 presenze e diventa il miglior marcatore della storia della Nazionale transalpina, con 57 gol. Nel suo palmares, Olivier vanta anche la vittoria del Mondiale nel 2018, in finale contro la Croazia di Luka Modric.
Olivier Giroud, dall’idolo Shevchenko al sogno scudetto: il re francese lascia il Milan dopo aver abbattuto il tabù della n.9
LEGGI ANCHE Calciomercato Milan, Olivier Giroud al Los Angeles Fc: c’è la firma. I dettagli
LA RINASCITA CON IL MILAN
Dopo esser finito ai margini del Chelsea, anche per la sua età, 35 anni, Olivier lascia il club inglese nel luglio 2021 e firma con il Milan. Sì, lo stesso club che da bambino tifava. E’ un po’ la storia della vita e di un cerchio che si chiude, ma con una differenza: che il cerchio si apre… Arriva in punta di piedi dietro ad un gigante come Zlatan Ibrahimovic e sceglie la maglia numero 9 – che fino a quel momento stava vivendo una maledizione dall’addio di Pippo Inzaghi. Tra i tifosi c’è l’unanimità: è finito e in carriera ha già vinto tutto (o quasi). Sì, sono sempre gli stessi i tifosi che in meno di una stagione si innamorano dell’attaccante francese, che forse aveva ancora qualcosa da dire. Olly debutta in Serie A il 23 agosto 2021 nella vittoria di Genova contro la Sampdoria…
LO SCUDETTO
… Alla sua prima stagione, e che stagione, gli basta davvero poco per diventare il punto di riferimento dell’attacco. Doppietta al Cagliari in avvio di stagione, goal e assist nel 3-1 casalingo con la Roma e doppietta contro l’Inter nel Derby di ritorno del 5 febbraio, vinto in rimonta 2-1. Poi la zampata vincente contro il Napoli, fino ad arrivare al 22 maggio 2022: uno-due nel giro di un quarto d’ora – poi il 3-0 di Kessié – contro il Sassuolo. Triplice fischio e scatta la festa per la vittoria del 19esimo scudetto del Diavolo. Il primo ad entrare in campo è proprio Giroud: come un capopopolo corre con la telecamera e riprende quei momenti che resteranno per sempre impressi nella storia del club.
L’ADDIO (o l’arrivederci)
Girate, colpi di testa da vero fenomeno (come quello realizzato nella gara vinta per 2-1 contro il PSG nei gironi della Champions League 2023/24) e anche goal in acrobazia, come la sforbiciata nella gara contro lo Spezia. Olly diventa in fretta l’idolo indiscusso dei tifosi rossoneri, anche grazie alla disponibilità mostrata fuori dal campo (sempre felice di fare una foto o di firmare un autografo ai supporters che lo hanno sempre acclamato). Nella seconda stagione con il Milan, incrementa il suo bottino e raggiunge quota 13 goal in campionato. Il cerchio si chiude nel migliore dei modi con la rete di Olivier nell’ultima giornata del campionato contro la Salernitana. Lo score parla chiaro: 15 reti stagionali in Serie A, il suo miglior anno dal punto di vista realizzativo. E come poteva chiudere la sua avventura rossonera un campione come Giroud, se non con il record di centri stagionali in Italia… I titoli di coda del film di Giroud, però, devono ancora mostrare alcune scene: quelle della nuova vita americana in MLS. Il prossimo capitolo della propria carriera calcistica, infatti, Olivier si appresta a scriverlo nel sud della California, tra uno studio cinematografico e l’altro: ‘adieu’ Milano, Los Angeles chiama
Tutte le avventure hanno una fine e quella di Giroud con il Milan si è conclusa senza un trofeo – come aveva chiesto il francese in una recente intervista – ma con la consapevolezza che se il club rossonero è tornato grande è anche per merito di un numero 9 degno di sedersi allo stesso tavolo dei più grandi della storia del Diavolo…