24 maggio 1989: il Milan di Sacchi batte 4-0 la Steaua al Camp Nou e conquista la sua terza Coppa dei Campioni, la prima di Silvio Berlusconi.
«Avrebbero giocato a palla divinamente nel mio giardino. Modestia a parte, sono uno che se ne intende di perfezione. DIO (in persona)». È l’incipit del libro “La squadra perfetta” di Giancarlo Dotto, dedicato al Milan di Arrigo Sacchi, considerata la migliore squadra di club della storia.
Due date a certificare la sentenza.
Il Milan di Sacchi, la migliore squadra della storia
Nel 2007 fu il mensile “World Soccer”, la Bibbia del calcio, a rendere nota la migliore squadra di ogni epoca: «The best football team of all the time is Milan..». Senza bisogno di traduzione. Un anno prima, nel 2006, “France Football”, stilava invece la sua classifica personale del dopoguerra: Milan ancora al primo posto, poi Real e Liverpool. In entrambe le classifiche, nessun’altra squadra tra le prime dieci. Arrigo Sacchi miglior allenatore della storia.
Milan, si allenava in campionato per vincere nel mondo
Furono anni indimenticabili. Quel Milan avrebbe vinto due Coppe dei Campioni, due Coppe Intercontinentali, e due Supercoppe europee. Vinse un solo scudetto, ma come scrive Giancarlo Dotto, «perché giocava in campionato per allenarsi a vincere nel mondo». Basti pensare al sabato di 34 anni fa. Sì, quello prima della finale di Champions League contro la Steaua Bucarest. 0-0 contro il Cesena, la stessa squadra contro la quale il Milan inaugurò il 1989, con una sconfitta, dopo aver pareggiato a San Siro contro la Samp e perso il derby. Il campionato era andato.
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Sacchi e Berlusconi, il confronto ad Arcore
Sacchi convocato ad Arcore assieme ad Adriano Galliani. Tutti si aspettano il benservito. Un Berlusconi raggiante accoglie a braccia aperte Arrigo: «Lei ha una fortuna: è il più bravo di tutti. Però non possiamo darle la cifra richiesta, il doppio dell’anno prima. Se non arriviamo in finale o non vinciamo la coppa sarà una stagione da dimenticare». Quello tra Sacchi e Berlusconi è un confronto tra menti brillanti e uomini coraggiosi, così Arrigo replica a Silvio: «Guardi dottore, facciamo presto: se non vinciamo la Coppa dei Campioni mi date quello che volete voi, in caso contrario, quella differenza tra la mia richiesta e la vostra offerta la moltiplicate per tre». Senza esitazioni Berlusconi replicò: «Sarà fatto».
Milan-Steaua Bucarest, 90 mila rossoneri al Camp Nou
Questo quattro mesi prima di quello che è stato definito «il più grande esodo di massa mai registrato in occasione di un evento sportivo». Questo grazie alla lungimiranza di Silvio Berlusconi che attraverso il suo ministro degli esteri, Paolo Taveggia, era riuscito a trasferire in Italia 65mila biglietti per la finale del Camp Nou contro la Steaua Bucarest del 24 maggio 1989. Sta di fatto che di rossoneri al Camp Nou se ne conteranno 90mila. Servizi dell’epoca testimoniano come i tifosi fossero stati disposti a spendere anche più di mezzo milione per assicurarsi un biglietto ai bagarini furori dal Camp Nou. Di rumeni nemmeno l’ombra, stretti tra le grinfie del regime comunista di Nicolae Ceausescu.
Milan, la mission di Berlusconi
Epica fu la battuta di Berlusconi, uscito dalla cappella vicino al Camp Nou: «Ho chiesto l’aiuto del Dio degli eserciti. Gliel’ho detto che loro sono comunisti. Noi rappresentiamo la democrazia, la religione, il benessere». Iperboli indicate per quel Milan padrone del campo e del giuoco in piena mission berlusconiana: «A noi interessa vincere, ma ancora di più ci piace dare spettacolo».
Milan-Steaua Bucarest 4-0, la partita
Veniamo alla partita. Sacchi schiera Giovanni Galli, Tassotti, Maldini, Colombo, Costacurta, Baresi, Donandoni, Rijkaard, Van Basten, Gullit, Ancelotti. Indisponibile il solo Evani, infortunato. Pronti via e la Steaua di Hagi si rende subito conto di essere al cospetto di un qualcosa di stupefacente. Donadoni, Van Basten e Gullit (palo) vanno più volte vicini al vantaggio, che arriva inevitabile al 18′ con Gullit, in versione Pablito Spagna ’82, lesto a raccogliere un tocco di Van Basten e a depositare in rete. Al 27′ è lo stesso Van Basten a svettare di desta su cross di Tassotti e a siglare il 2-0. al 39′ è 3-0: Donadoni ruba palla e riparte, assist per Gullit che al limite dell’area finta il passaggio e scarica una saetta di destro che si insacca in rete. È accademia Milan. Ripresa. Dopo 50 secondi Rijkaard giganteggia tra quattro avversari, palla in profondità per Van Basten che si defila, sinistro sul palo lungo e 4-0.
Milan-Steaua, tripudio rossonero
Al fischio finale, flash stupefacenti: l’iconico abbraccio tra Silvio Berlusconi e Arrigo Sacchi, della durata di alcuni minuti, quella che era la Copa de Europa sollevata da Franco Baresi e Berlusconi portato in trionfo e lanciato in aria dai giocatori. Seguirà il giro di campo.
Milan-Steaua, le dichiarazioni
Al termine della gara, Arrigo Sacchi esprime la sua eccitazione: «Siamo riusciti a ridurre il campo a trenta metri per trenta[…] Quando giocatori al livello dei miei fanno pressing diventa dura per gli avversari. Vincere la Coppa dei Campioni equivale a vincere trentadue scudetti». Di Gheorghe Hagi, la replica laconica: «Il Milan? Non ci ha concesso il respiro». Sacchi dirà: «Adesso vinco la Coppa Intercontinentale, poi vado a zappare la terra». Ah, per il tecnico di Fusignano contratto replicato. Berlusconi confiderà: «Guardi Arrigo, non ho mai speso meglio i miei soldi».
Milan-Steaua, il tabellino della finale
24 maggio 1989, Barcellona, Stadio Camp Nou
Milan-Steaua Bucarest 4-0
Marcatori:18′ e 39′ Gullit, 27′ e 46′ Van Basten
Milan: G. Galli, Tassotti, Maldini, Colombo, Costacurta (74′ F. Galli), Baresi, Donadoni, Rijkaard, Van Basten, Gullit (60′ Virdis), Ancelotti. Allenatore: Sacchi.
Steaua Bucarest: Lung, Petrescu, Ungureanu, Stoica, Bumbescu, Lovan, Lacatus, Minea, Piturca, Hagi, Rotariu (46′ Balint). Allenatore: Lordanescu.
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