Una storia d’amore infinita quella tra il numero 7 e i tifosi rossoneri
Siamo nel Maggio del 1999 quando uno dei più grandi idoli dei tifosi rossoneri sbarca a Milano. Direttamente dall’Ucraina arriva un giovane bomber pagato la bellezza di 25 milioni di dollari. Berlusconi e Galliani rimasero stupiti nel vederlo giocare in Champions League e decisero di investire fortemente sul ragazzo. La tripletta nel 1997 contro il Barcellona al Camp Nou, lo rese il primo calciatore ucraino a segnare 3 gol in una sola partita di Champions League. Un predestinato. Era cosi che lo definiva Lobanovs’kyj, suo primo allenatore importante nonché mentore.
Sheva nel Milan rimane per sette stagioni. In rossonero è riuscito a vincere ogni trofeo disponibile, sia a livello di club che a livello personale. Nella sua stagione d’esordio con la maglia del Milan riuscì a vincere la classifica cannonieri con 22 gol, solo un altro straniero riuscì in questa impresa: Platinì. Tutto ciò fece diventare subito Sheva idolo della Curva Sud.
Il Re dell’Est
Milan, Sheva idolo della Curva Sud
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Il popolo rossonero se ne innamora subito e lui altrettanto. Anche se sull’altra sponda di Milano in quegli anni c’era Il Fenomeno Ronaldo, la Curva Sud era pazza del suo numero 7 tanto da cantare ” Non è brasiliano però che gol che fà, il Fenomeno lascialo là…Sheva…Sheva…”. Un’amore grandissimo quello tra l’ucraino e i milanisti, che lo ribattezzarono Il Re dell’Est. L’anno successivo alla grandissima vittoria della Champions League contro la Juventus, Sheva riuscì a vincere anche il Pallone d’Oro.
Come tutte le cose belle però arrivò il momento della fine. Prima di trasferirsi al Chelsea, l’Ucraino decise di assistere ad una partita del suo Milan direttamente in Curva Sud. Una scelta che riempì d’orgoglio i tifosi, che lo omaggiarono con cori e striscioni. Una scelta talmente bella, che fece passare in secondo piano l’annata negativa del 2006 e creò ancora più appartenenza ai colori rossoneri.