Stefano Pioli e il Milan, un legame indissolubile. Il tecnico si racconta sul settimanale del Corriere della Sera.
«Sono belli, anche nelle stranezze. Sembra non siano concentrati, forse è serenità, consapevolezza… è la loro forza: spengono la musica due minuti prima di entrare in campo belli concentrati. Ai miei tempi, quando per telefonare facevi la fila col pacco di gettoni, non era permessa la musica negli spogliatoi. Oggi invece mi preoccupo se c’è silenzio». Stefano Pioli racconta il suo Milan a 7, settimanale del Corriere della Sera: «Ci carichiamo con la musica in pullman e prima di entrare in campo Theo mette Selfish di Eminem… e se vinciamo, al ritorno in pullman, tutti a cantare, canto anche io».
Milan, i segreti di Pioli: «I miei ragazzi belli, anche nelle stranezze»
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Sulle pagine di 7, Stefano Pioli si è soffermato anche su Rafa Leao: «Appena sono arrivato, con i miei collaboratori ci siamo detti: “Oh, ma qui abbiamo un giocatore che gioca ridendo?”. Poi abbiamo capito che è una smorfia naturale, il suo modo di fare. La crescita del gruppo? Io ho fatto il mio, ma il merito è diffuso: dirigenza, staff e ambiente».
«Io non vedo l’ora di svegliarmi la mattina per venire a Milanello, si sta bene, sono felice – ha aggiunto Pioli –. Credo sia così anche per loro. Ad esempio: noi abbiamo la colazione obbligatoria e il pranzo, che però è senza orario. Ognuno ha esigenze diverse: ghiaccio, massaggi o altro, inizia quando può. Ma poi restano tutti fino a tardi, e per non andare lunghi in cucina abbiamo messo un limite orario. Cosa vuol dire? Che stanno bene e sono felici di stare assieme. Io ho vissuto in squadre dove i giocatori non vedevano l’ora di andare via, stavano lì giusto il tempo limitato per fare allenamento».