Il presidente del Milan Paolo Scaroni protagonista sulle colonne della rosea: «Cardinale “custode” del club, Maldini un mito». E sul futuro di Leao…
Succede a chi ci crede. La scritta che campeggiava sulle maglie dello scudetto è il motto che accompagna il Milan dall’arrivo di Pioli in panchina. I rossoneri vogliono il bis, anzi molto di più. Il presidente Paolo Scaroni – intervistato dalla Gazzetta dello Sport – tiene l’asticella alta. Il club cresce in campo e fuori, la strada verso la rinascita in Europa è tracciata. Intanto c’è il campionato e una stella, la seconda, da provare a cucirsi sul petto: «Vedo tutti ottimisti, da Maldini a Pioli. Perché non dovrei esserlo io?».
Scaroni ci crede. Ne ha passate molte dal suo approdo alla presidenza dei rossoneri: «Nella gestione cinese ero in costante apprensione. Per il prestito concesso, Elliott mi volle in sua rappresentanza nel consiglio d’amministrazione. Un anno di inferno, la situazione finanziaria era sempre leggermente sotto i parametri richiesti, ogni intervento di Yonghong, anche se di pochi milioni di euro, arrivava all’ultimo momento disponibile. Dovevamo insistere come pazzi. Alla stretta finale, quando non ha potuto rimborsare il debito e il club è passato tra le proprietà di Elliott, ho tirato un sospiro di sollievo. Ci sono stati altri momenti difficili, penso al 5-0 di Bergamo, prima di vivere questi anni magici».
Passi avanti
Con l’arrivo di Elliott il Milan ha lavorato fin da subito su un mix rivelatosi poi vincente. Il club ha unito sostenibilità economica a competitività tecnica: «In Italia ci siamo posti come modello – spiega Scaroni –. Elliott è stato un azionista responsabile che comunque ha fatto gli aumenti di capitale necessari e investito cifre pesanti: oltre 700 milioni. È stato un precursore, in un certo senso obbligato: tutto il calcio andrà così, non è più il tempo del presidente mecenate con ampio portafoglio. Il Fair play finanziario lo impone: in Italia consideriamo logico “perdere” nel bilancio, ma dovrebbe essere l’opposto. Il Bayern Monaco guadagna da quasi trent’anni consecutivi. Il calcio è una macchina, i soldi sono la benzina. Il dibattito ideologico è sterile: il calcio, la Lega, non vogliono far pena a nessuno ma dovrebbero farla. Senza soldi, si blocca la macchina. Non si compete, si ferma il sistema: per avere ambizioni servono risorse».
Milan, Scaroni: «Scudetto, perché no? Ma la Champions…»
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L’orizzonte è nitido e si chiama Europa, la conquista di una coppa che a Casa Milan conoscono benissimo: «La Champions è troppo importante per “nutrire” i nostri 550 milioni di simpatizzanti, una parte dei quali si trova anche qui a Dubai e negli Emirati. Lo è quasi più di uno scudetto. Per cui le mie due battaglie sono per lo stadio nuovo e per i diritti tv internazionali. Solito esempio: se noi guadagniamo 35-40 milioni l’anno da San Siro, il Bayern ne incassa almeno il triplo. Uno stadio bello, moderno, pieno, illuminato: uno spettacolo fondamentale per vendere i diritti televisivi all’estero, e di conseguenza per attrarre gli sponsor. La Liga prende quattro volte quello che riceve la A. Il Real Madrid come noi ha una partnership con Emirates, eppure incassa molto di più perché fuori dalla Spagna riesce a vendersi meglio. Come fanno gli altri: la Premier vende nel mondo per 2 miliardi, noi per 200 milioni. Dobbiamo crescere, partendo appunto da nuovi impianti: il metodo conservatore nel calcio equivale a darsi la zappa sui piedi».
Scaroni: «Ristrutturare San Siro? Tecnicamente impossibile»
Il nuovo stadio è da anni un grande tema, cruciale per allinearsi ai grandi club d’Europa: «Il dibattito pubblico si è concluso e in poche settimane aspettiamo la relazione del Comune. Se suggeriranno modifiche fattibili, eseguiremo. Se chiederanno stravolgimenti, no grazie. Abbiamo pensato a un impianto diverso, con due anelli e sviluppato in verticale, per permettere una visione ottimale da tutte le posizioni: per questo potrebbe arrivare a contenere dai 65mila ai 70 mila spettatori. In parallelo seguiamo altre strade: una porta a Sesto San Giovanni, ma non è l’unica. Dove si sblocca prima, procederemo. Ristrutturare San Siro? Tecnicamente impossibile. Non esiste uno stadio altrettanto capiente, o anche un po’ meno, nel raggio di trenta chilometri. Quando San Siro diventerebbe inagibile, dove spostiamo le squadre?».
Anche Gerry Cardinale sposa la linea del “nuovo stadio”: «Assolutamente, più di tutti gli altri – continua Paolo Scaroni –. Assieme a lui a prenderemo la decisione finale su dove andare. Lui e il suo team sono espertissimi in materia, hanno contribuito a realizzare gli stadi degli Yankees, quelli a Dallas e a Cleveland. Hanno un background di livello assoluto sul tema. Si torna al punto: stadi nuovi, pieni, vivi sono fondamentali per il modello di business sportivo che intende lui. Non solo calcio ma entertainment: la partita collegata ad altri eventi, con il coinvolgimento delle famiglie. Dobbiamo capire che siamo attori non solo del calcio ma del mondo dell’intrattenimento. Una visione americana dello sport, che può generare ulteriori profitti. Di nuovo, chi meglio di lui può accompagnarci in questa nuova fase?».
Milan, Scaroni: «Cardinale “custode” del club, Maldini un mito». E sul futuro di Leao…
Cardinale – ha aggiunto Scaroni – «è un professionista dal curriculum eccellente. Da studente ha ottenuto la Rhodes Scholarship, la borsa di studio che per un americano è un’istituzione, la stessa vinta da Bill Clinton e che ti porta dritto a Oxford. È un appassionato di tutti gli sport, è riservato ma dice la sua. Non avesse voluto vincere una nuova sfida sarebbe rimasto bello tranquillo in Goldman Sachs. Mi piace che si definisca “il custode” del club».
Dietro la scrivania poi c’è una leggenda, Paolo Maldini. L’ex capitano oggi alla guida dell’area tecnica si sta dimostrando un fuoriclasse anche da dirigente: «Parliamo di un mito autentico. E di una persona buona, gradevole, che progressivamente si è calato nei panni del manager. Non è così scontato, direi piuttosto l’opposto. Come lui anche Pioli e Massara sono professionisti eccellenti e uomini seri. È il nostro stile Milan».
Capitolo mercato, per il presidente Scaroni non ci sono dubbi: Leao resterà in rossonero. «Mi dicono che a Milano e nel Milan si trovi molto bene, che è motivato. So che Maldini sta trattando e per quanto ho appena detto se tratta lui, sono tranquillo. Se ho visto Giroud al Mondiale? Sì e ne siamo molto orgogliosi. Il Milan lo ha rivitalizzato, c’è un po’ del nostro merito anche nei successi della Francia».