L’allenatore del Milan fa fuori Rafael Leao contro l’Udinese? Paulo Fonseca forse ha aperto gli occhi, ora tocca ai tifosi aprirli…
Chiedermi di poter dire quello che voglio su Rafael Leao è un piacere. Un piacere al quale non mi sono sottratto. Per niente. Non sono un tifoso del Milan, non devo nascondermi. E perché poi dovrei farlo? Non per questo non posso giudicare un giocatore che continua a vivere, per sua scelta, in Purgatorio. In un mondo tutto suo. Un mondo che con il calcio, troppo spesso, a poco a che fare. Musica, llinea di abbigliamento, ecc, ecc… e il Milan?
Se lo chiedono i tifosi. Cominciano a chiederselo. Cè ancora chi lo ama alla follia, chi comincia a non sopportare più i suoi modi. Quando passeggia per il campo,, quando non rientra e sbuffa. E poi c’è anche il Leao indolente alle sconfitte.
Certo, c’è anche il Rafa che corre, e quando corre quando vuole. Imprendibile. Una freccia che uccide. Ma quante volte colpisce per davvero. E qui si aprono i dibattiti. Tra chi, e parlo di milanisti veri, dimentica cosa era il Milan. Ho avuto la fortuna di seguire per lavoro il Milan di Ancelotti. L’ho visto vincere a Manchester. Poi l’ho seguito a Yokohama. Poi anche ad Atene. A Istanbul, per la cronaca non c’ero.
Ho visto il GRANDE MILAN. Ho visto Rivaldo, Robinho, Kakà, Ronaldinho, anche Ronaldo. Ho visto Shevchenko. Senza dimenticare Maldini. E tutti quelli che voi ricordate sicuramente meglii di me. Certo anche Ricardo Oliveira e Luiz Adriano.. E perché no Carlos Bacca e Fernando Torres con quella maledizione del numero nove che solo Olivier Giroud ha saputo scongiurare…
Vabbè ma torniamo a RAFAEL LEAO…
Milan, Paulo Fonseca ha perso la pazienza con Rafael Leao
Milan, Rafael Leao? Paulo Fonseca ha aperto gli occhi. Ora tocca ai tifosi farlo…
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Torniamo a Rafael Leao. Il giocatore più pagato nel Milan. Più pagato poi perché? Non mi pare abbia vinto lui, da solo dei derby con l’Inter. E nemmeno trascinato il Milan con la Juventus. E nemmeno in Europa ci si ricorda di lui.
Di lui ci si ricorda di strappi, di fughe, di grandi giocate contro Verona, Lecce, Empoli, Venezia, Frosinone, la mia Sampdoria e magari pure contro il Genoa. Non certo squadroni. Ci si ricorda di una partita col Psg e una col Napoli (bollito) sempre in Champions League. E poi?
Poi nient’altro. Poi poco altro. E poi così non basta. Anzi. Poi così facendo si rischia di puntare sempre e solo di lui rinunciando magari a Tonali. E altri.
Quando si capirà (e per fortuna Fabio Capello, Arrigo Sacchi, Billy Costacurta oltre a qualche collega, cominciano a capirlo), che forse è meglio avere due Pulisic e nessun Leao al Milan, il Milan tornerà a essere una grande squadra. O almeno correrà, suderà per la maglia.