Dopo il derby occorreva una scossa, una ripresa decisa e veemente per scaricare tutte le tossine accumulate sabato scorso. Serviva una reazione che, almeno in parte, c’è stata. Pioli effettua un paio di cambi e ritrova Tomori e lo spartito funziona, bella musica ma manca l’assolo decisivo. Il pareggio di ieri lascia con molto amaro in bocca soprattutto per tutte le occasioni avute e non concretizzate. Assolutamente più due punti persi che uno guadagnato.
Il Milan sembra trovare fin dalle prime battute di gara il ritmo giusto di fraseggio e giocate per fare male al Newcastle. Basti pensare al dato statistico incredibile che Krunic avrà a fine gara in merito alla sua prestazione per apprezzare la bontà dell’approccio avuto dal Milan. Ne conseguono diverse occasioni, alcune in sequenza ravvicinata alle quali Pope si oppone come può con anche una bella dose di fortuna. Primo tempo decisamente più vivace, condito da più occasioni di rete, ma anche nel secondo il Milan avrebbe potuto trovare la zampata giusta per scardinare il muro difensivo avversario. I dati non mentono e dicono che il Milan ha avuto un maggior possesso palla, ben oltre il 50%.
Il Milan contro il Newcastle ha sprecato un’occasione d’oro
Milan, col Newcastle c’era da vincere…
Il dato che da un lato conforta e dall’altro molto meno è il numero di tiri procacciati e tentati dall’undici di Pioli, a fine partita se ne conteranno ben venticinque. Di questi ben otto sono nello specchio della porta contro solo uno del Newcastle. Il Milan doppia quasi il Magpies per proposizioni offensive. Se valessero le regole del pugilato, il Milan avrebbe vinto per distacco ai punti la gara di ieri sera. Il problema è che stiamo parlando di calcio, sport in cui per vincere occorre segnare. Pioli potrà essere contento della risposta della squadra, sicuramente volitiva e propositiva, non potrà pero essere contento di vedere lo zero alla voce reti segnate sciorinando le statistiche appena citate. Il problema del gol torna di moda in casa Milan proprio quando, dopo le prime uscite stagionali, il problema sembrava fosse ormai un lontano ricordo.
Leao è stato l’emblema della serata, uomo copertina del Milan a due facce visto contro il Newcastle. L’esterno portoghese è stato premiato infatti MVP della serata pur essendo, a detta di tutti, tra i meno brillanti in campo. Corre e si propone, ha tra i piedi più volte palloni che sarebbero potuti essere decisivi al fine del risultato, soprattutto in funzione della grande tecnica di cui dispone. Il portoghese ha però le polveri bagnate, le sue conclusioni non sono incisive come sarebbero dovute essere ed in occasione del colpo di tacco sceglie la cosa più sbagliata potesse scegliere. Da quella mattonella non si cerca il virtuosismo, si deve cercare la rete senza troppi complimenti di sorta.
La superiorità…
In generale la squadra ha vanificato una superiorità manifesta. Il Milan è stata la squadra avente a fine partita le statistiche migliori per passaggi effettuati, per passaggi completati con successo, provando anche diverse soluzioni di attacco alla porta avversaria. Basti pensare all’assenza totale di cross in area da parte del Newcastle che, invece, brilla per opposizione difensiva. Non riuscire a concretizzare tutta la mole di azioni create è un peccato quasi mortale perché in questo girone ogni punto perso può rappresentare un rimpianto. Produrre così tanto è sembra ombra di dubbio la premessa per ogni vittoria, la concretizzazione però è l’elemento essenziale. Lo stesso Giroud è conscio della situazione ed è speranza di tutti che il Milan, partendo dalla prossima gara, coniughi al meglio le voci occasioni create ed occasioni concretizzate.