Era il 22 ottobre dello scorso anno quando il Milan di Stefano Pioli e il Monza del neo allenatore Raffaele Palladino si sfidavano in una fredda serata a San Siro. Il Milan veniva da tre vittorie consecutive in campionato tra cui il convincente 2-0 alla Juventus mentre il Monza aveva appena iniziato ad assimilare gli schemi del nuovo tecnico per rilanciarsi verso posizioni di classifica più tranquille. Il Milan scendeva in campo con un discreto turnover: Tatarusanu tra i pali, Dest, Kjaer, Tomori ed Hernandez in difesa; Bennacer e Pobega in mediana con Messias, Diaz e Rebic dietro l’unica punta Origi. I brianzoli rispondevano con una solidità difensiva che appariva ritrovata grazie anche alle prestazioni del portiere Di Gregorio e un attacco tutta rapidità con Caprari e Mota Carvalho.
Il racconto di Milan-Monza, della precedente stagione
Il match si metteva subito in discesa per il Milan soprattutto grazie alla serata di grande vena di un Brahim Diaz che sembrava letteralmente imprendibile. Lo spagnolo da subito spaccava la partita con le sue accelerazioni capaci di aprire in due la difesa ospite e al 16esimo minuto raccoglieva sulla linea di metà campo un rilancio di Tatarusanu per involarsi dritto per dritto nelle larghe maglie della difesa monzese per poi battere di Gregorio con un tocco di sinistro in spaccata. Il Monza ha un’occasionissima per pareggiare ma Caprari in tuffo incorna centralmente trovando pronto Tatarusanu alla respinta. Ma il Milan capiva che era una serata dove poteva bastare dare la palla a Brahim Diaz e poi correre ad esultare; a cinque minuti dal riposo lo spagnolo riceveva al limite dell’area e spalle alla porta ma con un’accelerazione bruciante si procurava lo spazio per una conclusione precisa e potente che infilava Di Gregorio sul secondo palo e faceva meritare allo spagnolo un bell’otto in pagella.
Chiuso il primo tempo sul 2-0 Pioli dava un’altra chance a De Ketelaere subentrato proprio al posto dell’MVP Brahim Diaz con un match ormai messo in discesa per i rossoneri. Ecco che al 20esimo della ripresa si materializzava la sagoma di un Origi fino a quel momento impalpabile; il belga riceveva da Messias e fulminava dal limite l’estremo difensore monzese con una conclusione di rara potenza e precisione che andava a spegnersi sotto l’incrocio dei pali. Solo un’incertezza di Tatarusanu su punizione di Ranocchia dava l’illusione al Monza di poter riaprire il match un minuto dopo e infatti nel finale un’incursione di Theo Hernandez smarcava il subentrato Leao; controllo e tiro in estrema libertà del portoghese per il 4-1 finale per un Milan sicuramente frizzante e sul pezzo in quel periodo della stagione.