Milan, tutti esperti di mercato sui social. Diesse e contabili. La separazione con Maldini non compromette nulla. RedBird sta agendo con buonsenso. L’editoriale del direttore, Luca Rosia.
Meno male che il mercato non lo fanno gli sciagurati del web. Senza generalizzare, sia chiaro. Il nostro focus è sui soliti disfattisti da salotto. Direttori sportivi nati, cresciuti tuttologi. Ne spuntano a centinaia ogni giorno, più dei profili di mercato accostati quotidianamente al Milan da siti e giornali: ci si chiede se non sia questa la vera anomalia. Oggi, nell’era dei social, chiunque si sente in diritto di “dire” e sempre meno di “ascoltare”. Tutti giudici e giustizieri e così la disinformazione dilaga. Così i catastrofismi.
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Chi ragiona con la pancia (e poco con la testa) ci sta facendo credere che senza Paolo Maldini il Milan abbia poche speranze di tornare competitivo al vertice. Usiamo un eufemismo, perché secondo i più, oggi il Milan senza la sua bandiera, leggenda e capitano, è addirittura a un passo dalla caduta nell’abisso della nullità. Esagerazioni, appunto, scenari dettati esclusivamente da movimenti di stomaco.
Il Milan non inizia e non finisce con Maldini
A Paolo Maldini, eterna colonna del Milan, va dato molto, uomo di valori autentici e professionista esemplare. Fin qui siamo quasi tutti d’accordo. Meritava di certo un addio elegante, un’uscita di scena più leggera, in sintesi: maggior rispetto. Nulla da eccepire. Ciò premesso, non c’è proprio niente di sbagliato nella decisione della Proprietà: RedBird è a capo del Milan, ha tutto il diritto quindi di scegliere la rotta da seguire e di mettere al comando gli uomini che più reputa adatti alla missione. Per la cronaca: a Maldini la visione del nuovo Milan, con tutti i rischi del caso (anche e soprattutto di finire ai margini del progetto) era ben chiara dal primo giorno di Gerry Cardinale in Italia.
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Mercato Milan, un nuovo modo di essere e di agire
Altro punto poco chiaro: il Milan, da Elliott in poi, non colleziona figurine. I tempi sono cambiati, che piaccia o meno questo non è più il Milan di Silvio Berlusconi; a proposito, riposa in pace Presidente, grazie di tutto! Il Milan di Silvio Berlusconi comprava campioni fatti e finiti come la signora Maria acquista pomodori al mercato sotto casa. Oggi il Milan è soprattutto un’azienda attenta al bilancio e al futuro. Tradotto: cari Direttori Sportivi di Facebook, per tornare campioni d’Europa (perché, non giriamoci troppo intorno, è lì che tutti vogliamo tornare, a cominciare da RedBird) l’unica strada è quella della sostenibilità, parolina poco digerita ma essenziale.
Chissenefrega del budget!
Conta la qualità dei giocatori (giovani, di prospettiva, tutto molto condivisibile) e non il budget che viene investito. Oggi tutti Direttori Sportivi e contabili. Non c’è alcuna certezza nella formula “più spesa e più resa”. Può valere per una lavatrice, una friggitrice, un’auto o un tagliaerba. Il successo nello sport passa attraverso decine di altri fattori. Giusto spendere, ma con la testa. Domanda, cosa preferite? Puntare a un calciomercato mostruoso, vincere subito (forse, non è scontato) e poi essere costretti a tirare il freno a mano, o costruire invece un percorso di crescita, ponderato e costante, e che possa garantire al brand (società e squadra) un lungo futuro da protagonisti?
Breve appunto a margine: anche investendo miliardi – estremizziamo – il successo immediato non è certo garantito. Un paio di esempi: il Psg e il Chelsea, andate a indagare il budget speso nelle ultime sessioni di mercato dai due club; confrontatelo poi con i costi sostenuti dal Napoli di Aurelio De Laurentiis, non una società a caso ma quella che in stagione, tra campionato e Champions League, meglio ha fatto tra le realtà italiane.
Sostenibilità e complottismi, dentro il buco nero del web
Perché, se non fosse ancora chiaro, è lì, sul sentiero verde del buonsenso che RedBird oggi e sulle orme di Elliott sta accompagnato il Milan. Ed è lì, lungo quella stessa direzione che, a un certo punto, si spera il prima possibile, sorgerà il nuovo stadio di proprietà, sorgente vitale per poter un giorno competere davvero con i grandi colossi d’Europa. Un fondo, poi, non investe mai per perdere, altro punto forse poco chiaro: al contrario, un fondo investe per creare valore, e certamente anche per trarre un guadagno. Il buco nero del web parla invece (“sparla” sarebbe proprio il caso di dire) di azione complottistica, la cui missione – sostiene il suo esercito – è solo e soltanto quella di speculare sulla passione di milioni di tifosi. Una crociata assurda ma che non solletica in noi meraviglia. Anzi, tutt’altro. Rispecchia il grigiore mediatico dei tempi, dove – ribadiamo – tutti si sentono addosso il sacrosanto diritto di dire la loro.
Progetto Milan, cantiere aperto
Si può avere fiducia o meno nelle scelte della “nuova” Proprietà, ognuno è libero di pensarla come meglio crede, ma continuare a cucire trame senza fondamenta, sostenerne la veridicità sulla base solo di supposizioni e “pensieri di pancia” è giochino che non fa bene a nessuno. Inutile e pericoloso. Chi ama il Milan lo sa, oggi viviamo una nuova svolta, il momento di un nuovo cantiere aperto e dell’attesa. Arriverà più avanti il tempo dei giudizi, dei fischi o degli applausi. Oggi è quello del lavoro e del rispetto. Che, ribadiamo, meritava Maldini per tutto ciò che è stato, giocatore e dirigente, ma che merita senza alcun dubbio anche RedBird per ciò che intende fare per il bene del Milan, su tutti i fronti. Sportivo e non. Comunque, un consiglio: faremmo meglio a leggere meno i social. Tutti, a cominciare dal sottoscritto.
Luca Rosia, Direttore Responsabile di Daily Milan
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