Secondo Fabio Capello, per lo scudetto il Milan può ancora giocarsi le sue chance: «Pioli avrà lo slancio dai giovani e da Leao».
«La maglia che indossi, tra le più gloriose e famose nel mondo. Deve bastare questo per rilanciarsi, la voglia di onorarla sempre e comunque». Sulla Gazzetta dello Sport Fabio Capello lancia il Milan nella corsa al ventesimo scudetto: «Un allenatore che guida i rossoneri deve avere in mente questo e nient’altro: portare la squadra al successo. Vero, è difficile. Ma ripeto se sei il Milan devi provarci e non mollare mai».
Milan, lo scudetto per Capello è ancora possibile
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In questa seconda parte della stagione i giovani saranno un’arma molto preziosa a disposizione di Stefano Pioli: «Puntare su di loro è un atto di coraggio che vedo sempre più spesso. Farlo al Milan può essere ancora più difficile. Vedere tanti ragazzi in campo in Coppa Italia, e non solo, è stato bello. Hanno dimostrato di avere spirito e qualità».
Milan, Capello su Leao: «Dribbling e gol, ritrovi se stesso»
E poi c’è Rafa Leao, secondo il CIES il secondo calciatore della Serie A con il più alto valore: «Sono da sempre un suo sponsor, Rafa è uno dei pochi giocatori per cui vale la pena vedere le partite, mostra qualcosa di diverso. Il gol in Coppa Italia gli è servito per ritrovare fiducia in se stesso. E’ normale pretendere tanto da lui, ci aveva abituato a saltare l’avversario: su dieci volte che tentava l’uno contro uno, succedeva che in sette, otto occasioni ne uscisse vincitore. Non credo che i terzini siano diventati tutti fortissimi e capaci di fermarlo, è Leao che deve ritrovare se stesso e il gol può averlo aiutato».
Sempre più addetti ai lavori sostengono che il portoghese debba essere più presente nel gioco di squadra: «A Leao gli si può chiedere di più a livello di partecipazione alla fase difensiva ma è più importante che ritrovi dribbling e gol – commenta Capello -. Mi interessa dia qualcosa in più in quello che sa fare e che fino a poco tempo fa gli riusciva naturalmente. E non è che uno come Savicevic avesse tutta quella rabbia nell’andare a riprendersi il pallone quando lo perdeva…»