Il Milan di Stefano Pioli cambia e vince. Vince con un semplice cambio tattico passando dal classico 4-3-3 al 4-2-3-1
L’importanza dell’aspetto tattico nel calcio è da sempre oggetto di grande dibattito. C’è chi snobba questo lato del gioco ritenendolo secondario e marginale e chi fonda invece la propria filosofia da allenatore esclusivamente sugli schemi e sugli schieramenti. A volte bisogna andare a rivedere il proprio credo pur di mettere in difficoltà gli avversari e ottenere risultati migliori. Lo sa bene anche Stefano Pioli, alla guida del Milan dal 2019 e vincitore dello scudetto nel 2022, ma da diversi mesi sul patibolo mediatico. Più volte la piazza rossonera ha invocato infatti il suo esonero, tuttavia le sue idee di calcio non sono mai state banali in questi anni. Amante del 4-2-3-1, il tecnico parmense si è ritrovato ad adottare spesso anche il 4-3-3, rivestendo comunque di notevoli responsabilità il lavoro dei terzini, costantemente chiamati a partecipare alla manovra offensiva.
Il cambio tattico di Stefano Pioli? Con l’aiuto del basket…
L’attenzione di Pioli alla tattica è legata anche alla sua primordiale passione per il basket. Certo, si tratta di uno sport molto diverso, ma nel quale l’intensità non si fa mancare. Pioli è andato a studiare soprattutto le situazioni dei blocchi su palla inattiva, chiaramente più semplici da eseguire nella pallacanestro in virtù delle minori dimensioni del campo da gioco. Dopo essere partito con il 4-3-3, comunque, verso novembre Pioli ha iniziato ad utilizzare più spesso il 4-2-3-1, arrivando anche a strappare una vittoria in Champions League contro il Paris Saint-Germain. I cosiddetti passaggi per azione difensiva, che tengono conto dei passaggi concessi agli avversari, hanno registrato un dato superiore rispetto al passato, il che si traduce in un atteggiamento maggiormente passivo quando ci si trova senza il possesso della sfera. In ogni caso, oggi giocatori come Pulisic e Leao si ritrovano spesso a dare manforte al centrocampo, così da limitare le capacità offensive degli altri e lasciare meno spazi aperti per eventuali contropiedi.
Il Milan di Stefano Pioli con il cambio tattico è tornata a lottare per lo scudetto…
Milan, il cambio tattico di Stefano Pioli: dal 4-3-3 al 4-2-3-1
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La trasformazione da 4-3-3 a 4-2-3-1 avviene principalmente in fase di possesso, con la presenza di almeno 5 giocatori col compito di attaccare quanto prima lo spazio. Leao e Giroud devono rimanere liberi di smarcarsi in anticipo così da approfittare di una transizione positiva, mentre il gioco tende a svilupparsi sulla sinistra con Pulisic, che deve arretrare appositamente. Anche Maignan viene coinvolto talvolta nella costruzione, per quanto quella di Pioli non possa essere etichettata ufficialmente come costruzione dal basso. In alcuni casi il portiere cerca direttamente la punta anche per formare dello spazio alle sue spalle e permettere agli altri attaccanti di inserirsi. In altre situazioni i terzini vengono portati dentro al campo, al fianco di uno dei mediani, per favorire l’inizio di una nuova manovra offensiva.
Il lavoro degli esterni e non solo
Krunic lavora sostanzialmente da vertice basso, mentre i suoi colleghi di reparto si occupano perlopiù della fase di rifinitura o di allargare il gioco. Non sono pochi i giocatori che si ritrovano con ampia libertà di scelte nel Milan. Tra questi figura soprattutto Theo Hernandez, meno bloccato rispetto a Calabria. Le qualità del francese gli consentono d’altronde di dialogare direttamente con gli attaccanti. In generale, il gioco tende a svilupparsi molto sulle fasce, puntando proprio sulla catena composta da Leao ed Hernandez. In questo modo risulta più facile costruire situazioni per arrivare all’uno contro uno e vincere i duelli in velocità. Leao, in particolare, ha la possibilità di ritrovarsi più rapidamente da solo davanti alla porta, rientrando semplicemente sul piede destro. Quando questa soluzione non funziona, allora il Milan va chiaramente in difficoltà.
Milan, Stefano Pioli ha commesso degli errori…
Dopo metà campionato è possibile individuare comunque alcuni errori nella gestione tattica di Pioli. La marcatura a tutto campo fa risaltare le lacune dei centrali difensivi e allungare la squadra porta inevitabilmente ad una distanza importante tra i reparti, che può agevolare il gioco avversario. Se uno tra Pulisic, Leao e Theo Hernandez non è in forma, l’intero piano gara rischia di venire meno. L’attaccante portoghese è stato uno dei giocatori rossoneri più criticati negli ultimi tempi. D’altro canto, è sempre dai più talentuosi che ci si aspetta il meglio. Nel mese di dicembre il Milan ha raccolto solo 3 vittorie nell’arco di 5 partite, permettendo a Inter e Juventus di aumentare il distacco in classifica. Anche le quote che riguardano la Serie A danno ormai meno credito ai rossoneri che comunque con il successo per 3-1 del 14 gennaio sembrano aver blindato il terzo posto. Insomma, a prescindere dal modulo utilizzato, Stefano Pioli deve trovare qualche altra idea per correre ai ripari se vuole avvicinarsi alla coppia di testa. Oggi l’imperativo è quello di difendere semplicemente la zona Champions.