Lacrime a San Siro, Ibra saluta il Milan e lascia il calcio giocatore. Pioli: «Il più grande che abbia mai allenato».
«È il momento di dire ciao al calcio, non a voi». Zlatan Ibrahimovic saluta commosso il Milan e i milanisti. Appenderà gli scarpini al chiodo, decisione definitiva e un po’ a sorpresa. Nel post partita di Milan-Verona lacrime e applausi sul campo e sugli spalti. Emozioni vere, momenti rossoneri impressi nella storia per sempre. Sul red carpet allestito in mezzo al campo, dirigenti, staff tecnico e giocatori schierati in attesa del loro re. Ci sono tutti, non può mancare nessuno.
Leggi anche: Pagelle Milan-Verona: Calabria che dormita, Leao match winner
Milan, ciao Ibra: emozioni a San Siro
Le bandiere sventolano, dal terzo anello i supporter del Verona cercano invano di rovinare la festa. Sarà poi Ibra a zittirli: «Fischiate pure!» Zlatan scende sul verde del Meazza per l’ultima volta accolto dalla voce del suo popolo e sulle note del Gladiatore. Sui maxi schermi un breve video emozionale poi il richiamo crescente: “Ibrahimovic! Ibrahimovic! Ibrahimovic!”. Tremano le torri del Meazza ed è impossibile non sentire i brividi lungo la pelle.
«È stato il più grande campione che abbia mai allenato – spiega Pioli in conferenza – sono molto triste – dice il tecnico – capisco che per lui non sia stata una scelta facile. Sicuramente è stato un punto di riferimento per me e per la squadra, determinante in questi tre anni. Ora non sarà facile ripartire senza Zlatan, i ragazzi però saranno bravi e riusciranno a farcela».
Ibra, l’ultima conferenza
«È stata una giornata molto speciale per me – ha detto Ibra in conferenza –, lascerò il calcio, non l’avevo detto a nessuno. Con la società avevo detto di fare qualcosa dopo la partita, nessuno però conosceva la mia decisione. Adesso avrete meno lavoro da fare, scherzi a parte grazie a tutti. Da domani sarò un uomo libero da questo mondo. È stata una carriera lunga, sono orgoglioso e felice che sia durata così tanto. Grazie a chi mi ha dato forza, adrenalina ed emozione per continuare. Oggi è la mia ultima giornata come professionista, grazie al Milan per tutto quello che ha fatto, questa è la mia famiglia. Adesso arriva il prossimo capitolo della mia vita».
«Stamattina quando mi sono svegliato pioveva, ho detto: “Pure Dio è triste” (risate, ndr). È iniziata così la mia giornata. Anche la mia famiglia non sapeva, “non parli tanto” mi hanno detto. Nessuno sapeva. L’emozione è troppo forte, oggi sembravo uno zombie. Sono superman, però anche superman ha un grande cuore, chi mi conosce lo sa. Tre mesi fa sarei andato nel panico. I calciatori sono programmati, fanno la stessa cosa tutti i giorni, panico è quando ti svegli e non sai più cosa devi fare. Sarà un altro mondo, sono pronto e lo accetto. Sono arrivato qui con grande responsabilità, come un pilota per guidare questa squadra e mi è piaciuto tanto. Mino voleva che smettessi in Europa, mi diceva di fare una sola partita, sono andato avanti altri tre anni. Mi mancherà la strada verso Milanello, però ogni tanto andrò a salutare la squadra».
«Futuro da dirigente o da tecnico? Non voglio prendere decisioni in fretta, voglio godermi il momento e riflettere su quello che ho fatto. Appena si calma la situazione vedremo. Essere direttore o allenatore è una grande responsabilità, non posso venire in Ferrari a fare l’allenatore (altre risate, ndr). Un piccolo Zlatan per il futuro? Impossibile, Zlatan è uno. Non per il mio ego, nessun giocatore è uguale all’altro, ognuno ha la sua storia, non è giusto fare paragoni».
Resta collegato con il mondo rossonero, segui Daily Milan anche su Facebook.