Franco Ordine ha analizzato le parole di Zlatan Ibrahimovic sul Milan: Fonseca in bilico anche per la comunicazione
Il Milan ha strappato la vittoria all’ultimo respiro contro la Stella Rossa e la classifica di Champions sorride ai rossoneri, a quota 12 punti e con la qualificazione diretta agli ottavi di finale decisamente nelle proprie mani. Franco Ordine, però, sul Corriere dello Sport evidenza le anomalie della situazione e le difficoltà di Paulo Fonseca, sempre in bilico.
Partendo dalle parole di Zlatan Ibrahimovic che “scolpiscono” due concetti in modo chiaro e non danno certo solidità alla posizione di Fonseca, sotto accusa non solo per i risultati:
Scolpiscono due concetti in modo chiaro: 1) la squadra consegnata a Fonseca è «molto più forte dello scorso anno» quando arrivò seconda, tanto per rinfrescare la memoria collettiva; 2) per gli arbitri «ci vuole rispetto e noi rispettiamo gli arbitri». Che significa, in modo pubblico e solenne, che il club non condivide affatto la “sparata” di venerdì sera firmata dal tecnico portoghese a Bergamo a dispetto invece della chiave di lettura fatta uscire sabato mattina dagli uffi ci di casa Milan. Il significato mi sembra abbastanza evidente: Fonseca ha sbagliato su La Penna e sta ricavando pochi risultati dal mercato della passata estate. Questo signifi ca che a dispetto della fi ducia di facciata, la panchina di Fonseca è sotto processo per i risultati e anche per la comunicazione che espone il Milan a qualche fastidioso capitolo disciplinare.
Milan, Ordine: le parole di Ibrahimovic, ma anche la crisi di Theo…
Milan, Franco Ordine: Paulo Fonseca in bilico non solo per i risultati Ecco cosa c’è dietro le parole di Ibrahimovic
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Ci sono poi i problemi degli infortuni, con gli stop di Pulisic, Loftus-Cheek e Morata e la questione Theo Hernandez, anche con la Stella Rossa uno dei peggiori in campo:
Mentre Leao è uscito dal suo guscio, Theo è rimasto imbrigliato in una misteriosa crisi fatta di grandi disattenzioni e di gesti da immaturo: a Firenze si fece espellere, a partita finita, per un eccesso di proteste. Ieri a San Siro fa ancora peggio: si fa ammonire per aver calciare un secondo pallone entrato in campo. Impresa replicata dal sodale Tomori, che protesta durante il riscaldamento e così da diffidato, salterà la prossima con il Girona. È un altro segno di irresponsabilità che non si addice al club con le insegne delle 7 Champions sulla maglia.
Il tutto in una serata, alla fine, di festa del Milan che, con 12 punti in 6 partite, ha nelle sue mani il destino per arrivare agli ottavi di Champions League. Un Milan da Dottor Jekyll e Mister Hyde. Un Milan che non riesce ad avere la fiducia necessaria:
Alla fine della serata di calcio sgualcito e disordinato, inconcludente in qualche snodo, servono due acuti, di un campione non ancora conclamato, come Leao e di un profilo di futuro bomber come Camarda, per portare a casa il 2 a 1 sufficiente per centrare il quarto successo consecutivo. Quei 12 punti in classifica sembrano la contraddizione vivente del Milan di oggi, un giorno dottor Jekyll e un giorno mister Hyde, sempre indecifrabile e per questo motivo impossibile da riscuotere la fiducia necessaria per i prossimi impegni.