Il modello Berlusconi e il nuovo Milan che verrà: il ruolo di Gazidis e la linea da seguire ispirata al passato.
Se c’è una cosa che al Milan di Elliott manca è l’impronta. Il marchio, il timbro della proprietà. Sono lontani anni luce ormai i tempi di Silvio Berlusconi a Milanello: il presidentissimo era di casa dalle parti di Carnago alla vigilia dei match più importanti e nelle settimane più fragili della stagione. Spesso le sue incursioni a sorpresa volevano mettere alla prova l’ambiente (testare giocatori, staff e personale) constatare che tutto fosse in ordine nei minimi dettagli. Berlusconi è stato per il suo Milan presenza centrale e determinante: trasmetteva con la sola presenza stimoli ed energia. Era motore in tutto e per tutto. Il Cavaliere ci metteva faccia e carisma, spesso anche il pugno duro quando serviva a indicare la rotta per uscirne, per distinguersi in campo e sovrastare a testa alta l’avversario. Era IL Milan. Con quel modello negli occhi – oggi si ricordano le emozioni dell’Old Trafford del 2003 – a Londra (sede europea di Elliott) si studia da mesi il percorso da seguire per tornare velocemente in quota a respirare l’aria buona. O qualcosa di molto simile.
Milan Elliott mercato: le redini del nuovo progetto
Il primo passo è quindi metterci la faccia. Quando servirà ancora (e servirà spesso) anche il pugno di ferro. Quello che nascerà al termine di questa inedita stagione sportiva spacchettata dal Covid, sarà per la prima volta dall’insediamento del fondo americano “il Milan di Elliott”. Ivan Gazidis avrà un ruolo primario e decisivo in più settori, anche nel dipartimento tecnico-sportivo spalleggiato – molto probabilmente – dalla figura (fortemente carismatica) di Ralf Rangnick. Il manager tedesco ha chiesto piena libertà di movimento nelle scelte sportive, sarà in parte accontentato ma non avrà sempre carta bianca. Ogni mossa importante associata al piano di rilancio dovrà passare dal giudizio di Gazidis e del suo staff di uomini fidati. Insomma, un netto cambio di direzione rispetto alle più recenti stagioni, le prime vissute col fondo della famiglia Singer in plancia di comando, quando a scegliere le sorti della prima squadra sono stati professionisti “esterni” al board di Casa Milan: Leonardo prima, Boban e Maldini poi. Uomini del Milan ma non uomini di Elliott.
Milan Elliott mercato: obiettivo Quaresma
I nuovi comandamenti sono stampati sui muri dell’head quarter rossonero a chiare lettere: mantenere i costi dentro un range prestabilito e quindi evitare esose operazioni d’acquisto e di rinnovo, ridurre ancora il monte ingaggi e preferire sul mercato profili giovani e di prospettiva percorrendo con coraggio la strada tracciata con gli arrivi di Bennacer e Theo Hernandez. Sul taccuino di Gazidis la lista si allunga ogni settimana. La prima partita da chiudere però riguarda l’accordo scritto con Ralf Rangnick, solo allora il balletto dell’estate potrà finalmente iniziare. Mentre la squadra a Milanello prosegue la preparazione insieme a Pioli verso una fumosa ripresa del campionato, ai piani alti di Via Aldo Rossi i telefoni stanno iniziando a scaldarsi. I sondaggi anche nei mesi del lockdown sono stati all’ordine del giorno e in alcuni casi si è iniziato a parlare concretamente con società, giocatori e agenzie. C’è un nome in particolare che piace molto al Milan e che il Club vorrebbe firmare a prescindere da chi sarà il prossimo allenatore a Milanello. Eduardo Quaresma dello Sporting Lisbona. La prima offerta rossonera (10 milioni di euro) è stata rispedita in Italia, ma il Milan resta vigile e non retrocede. Gazidis ha capito fin dal primo contatto con lo Sporting che la trattativa non è facile da portare in porto. Servirà tempo e soprattutto tanta pazienza, ma intanto è stato mandato un chiaro segnale alla concorrenza. Non c’è solo il Milan. Sul difensore centrale classe 2002, in scadenza di contratto tra un anno, sono puntati gli occhi di Inter, Lipsia e Atletico Madrid.