La sentenza secondo il Codice Geranzani punta il dito contro la proprietà del Milan di Gerry Cardinale assolvendo pienamente Paulo Fonseca…
Milan in caduta libera. Si pensava che avesse toccato il fondo martedì scorso con l’assurda eliminazione dalla Champions League ad opera del Feyenoord ma evidentemente si è peccato di ottimismo.
Nella Torino granata, negli ultimi anni sempre ostica per i colori rossoneri, la squadra di Mister Conceiçao si è superata, esibendo tutta una serie di brutture calcistiche, difficili da riscontrare nella stessa partita. Un autogoal ridicolo ad inizio gara, prodotto dalla premiata ditta Maignan -Thiaw, giusto per mettere subito gli avversari a proprio agio di rimessa e l’incontro in salita. Poi l’ennesimo rigore fallito, peraltro, da parte di uno specialista come Pulisic, che mai ne aveva sbagliati in carriera, e, per concludere, last but not least, subito dopo il faticoso pareggio del solito Rejinders, oramai, capocannoniere della squadra in questa tribolata stagione, la rete decisiva ad opera di Gineitis.
Il ragazzo di Mažeikiai (Lituania) segna una rete mentre i nostri protestano inopportunamente per una punizione concessa al Torino sulla trequarti. Tutto troppo facvile con un diagonale chirurgico che vale la vittoria dei ragazzi allenati da Mister Vanoli.
Tutto quello che si doveva evitare in campo ed in panchina è stato fatto, per completare l’opera di rendere sempre più lontano l’obbiettivo di aggancio della zona Champions League, oramai estremamente improbabile da raggiungere, benché nel pomeriggio il pareggio della Lazio a Venezia e la sconfitta del Bologna a Parma avessero concesso a questo Milan incompiuto delle ottime chanches per scalare delle posizioni nella lotta per il quarto posto finale.
Ora l’allenatore portoghese non potrà più vantare almeno buoni risultati in campionato, inferiori, nel 2025, per punti conquistati, a quelli del solo Napoli di Mister Conte.
Milan, Codice Gerenzani: Gerry Cardinale ha speso tanti soldi ma male!
Milan, Codice Geranzani: signor Cardinale forse non era tutta colpa di Paulo Fonseca…
LEGGI ANCHE Milan, l’avvocato del Diavolo: ora basta andate via tutti. Dovevate ascoltare Paolo Maldini…
L’andamento della squadra si è ora allineato a quello tenuto durante la gestione di Mister Paulo Fonseca. Allora, superata la scarica di adrenalina apportata dalla vittoria arabica in Supercoppa, l’avvento di Sergio Conceiçao non ha invertito per nulla il trend discontinuo ed insoddisfacente di un Milan dal rendimento raramente convincente, per quanto sulla carta rinforzato da una massiccia campagna acquisti invernale.
Sorge il forte dubbio che non tutto il male del Milan fosse addebitabile al precedente allenatore, come molti sostenevano. Il cambio di panchina non è proprio riuscito ad invertire una china pericolosa, che sta per trasformarsi in una lenta agonia, fino al termine di questa annata con poche luci e troppe ombre.
Lo scempio cui si sta assistendo dovrebbe definitivamente chiamare in causa una dirigenza inesperta e superficiale, scelta da una proprietà lontana e distante dalla tradizione rossonera.
Appare sempre più utopistica la risalita in classifica del Milan, che, realisticamente, con questo andazzo, rischia davvero di raggiungere al massimo il poco prestigioso traguardo della partecipazione alla prossima Conference League.
Nel giro di circa sette mesi, la società di proprietà di Gerry Cardinale conquisterebbe il record affatto invidiabile di aver bruciato due allenatori, con i relativi progetti tecnici, e ben due costose campagne acquisti: del tutto inammissibile a questi livelli.
Falso che questa proprietà non abbia speso a sufficienza per costruire un Milan competitivo: invece, ha speso molto e male, non colmando adeguatamente le lacune di organico emerse nel recente passato.
La squadra del meritato scudetto del 2022 è stata pressoché smantellata, quando sarebbe dovuta essere solo integrata e migliorata…