Milan cinese, ricostruiamo una delle fasi più cupe della storia rossonera. Chi è Li Yonghong?
Per 448 giorni il Milan è passato in mani cinesi. Il 5 agosto del 2016 Silvio Berlusconi e un fantomatico imprenditore proveniente dalla Cina, oscuro finanziere (che nessuno aveva mai sentito nominare prima), tale Li Yonghong, firmano un accordo preliminare per la compravendita del Club rossonero. Il passaggio avviene in tre caparre del valore rispettivo di 100, 100 e 50 milioni di euro, in totale un investimento di 720 milioni. Il 13 aprile 2017 arriva quindi l’annuncio ufficiale: dalla Fininvest, le quote di maggioranza della Società rossonera passano alla società lussemburghese Rossoneri Champion Investment Lux controllata da Li. Li Yonghong diventa presidente del Milan il giorno seguente.
Milan cinese: i debiti di Li Yonghong prima del 2017
Nel 2017 un’inchiesta condotta dal New York Times ha messo in luce ingenti debiti all’interno del sistema finanziario con cui Li Yonghong ha acquisito il Milan diventandone, seppur per poco tempo, il proprietario. Un provvedimento del tribunale della provincia di Hubei ha fatto ulteriore chiarezza: Mister Li oggi non può lasciare la Cina (il governo gli ha anche ritirato il passaporto) per non aver restituito un prestito contratto nel 2014 – tre anni prima di far ingresso nel Club rossonero – pari a 60 milioni di yuan (7,5 milioni di euro) a una società finanziaria. Nel 2018 Mister Li è letteralmente sparito dalla circolazione.
Milan, Cina e la scalata al grande calcio. La tesi di Paolo Berlusconi
Il Milan cinese è un groviglio di mistero, ancora in parte irrisolto. La Procure di Milano, ad esempio, ha aperto un’indagine circa il passaggio di denaro tra la Rossoneri Lux e Fininvest, secondo Bankitalia liquidi provenienti da paradisi fiscali. In rappresentanza della famiglia Berlusconi ne aveva parlato Paolo, fratello dell’ex patron rossonero: «Con noi Mister Li si è comportato molto bene, ha pagato tutto quello aveva da pagare, da parte di Silvio c’è stato anche molto fair play perché lui aveva versato, in modo sconsiderato, una caparra di 200 milioni (a perdere) che avrebbe perso visto poi il mancato versamento della cifra restante entro la data prevista ma mio fratello ha dato tempo all’amico cinese senza incamerare i 200 milioni». Secondo Paolo Berlusconi «il governo cinese ha cambiato filosofia: ha detto “andate e conquistate il mondo del calcio” perché il calcio viene visto come propaganda della democrazia, quindi Li Yonghong insieme a una scalata di altri imprenditori si è trovato a far fronte all’acquisto del Milan e poi è stato abbandonato dai suoi compagni di viaggio. Si è trovato in difficoltà e non ha neppure venduto all’americano Commisso non avendo possibilità di bloccare la sua partecipazione mancando l’ultimo versamento».
Elliott e il Milan cinese: il ruolo della Project Redblack
Nel 2017, la Rossoneri Lux si era affidata alla Project Redblack, controllata dalla società di investimento Blue Skye e partecipata dalla Elliott Management Corporation (società statunitense di gestione degli investimenti) per l’erogazione di un prestito di 303 milioni di euro indispensabile a Li per onorare l’impegno preso con Fininvest e definire così l’acquisizione completa delle quote societarie del Milan. Il 10 luglio del 2018 Elliott assunse il controllo del Club rossonero a seguito dell’inadempimento da parte di Mister Li delle proprie obbligazioni verso la Project Redblack e quindi il Fondo americano. Li Yonghong venne sollevato dall’incarico “per giusta causa” il 21 luglio. Non certo un affare per il misterioso imprenditore cinese, che salutò l’Italia – scomparendo nel nulla – con una perdita complessiva di 660 milioni di euro. Il Milan cinese è stato un vero e proprio fallimento.