Il 2-2 di ieri sera ha rimarcato diversi problemi già noti al pubblico milanista. Le lacune difensive che hanno portato ai due gol viola dopo appena 11 minuti sono imperdonabili. La velocità del raddoppio viola ha evidenziato anche una mancanza di impatto istantaneo nella partita, i rossoneri sono scesi in campo solo 45 minuti. Il pareggio con la Fiorentina ha reso il sogno Champions quasi sfumato, aspettando un gli esiti dei tre scontri diretti tra oggi e domani delle altre contendenti, la strada per il Milan diventa pendenza alpina.
Un mancato posto in Champions League metterà in discussione quest’ estate la posizione della gran parte dei giocatori,(fatta eccezione per Rejinders e qualche d’ un altro) e sicuramente dei posti dirigenziali non bene delineati e stabiliti. La mancanza di una gerarchia chiara in società ha messo solo che confusione in una stagione confusionaria già di per sè. Ibrahimovic sembra essere sparito e non essere più la vox populi che si assumeva le colpe. Furlani non si sa bene che ruolo decisionale abbia e che responsabilità si debba prendere: insomma non si sa a chi additare la colpa di questa stagione.
Chi comanda? Chi è il responsabile di questa scelte che hanno portato a questo momentaneo 9° posto? Il non sapere rispondere a queste domande è ciò che sollecita più dubbi. Tutte le grandi società, calcistiche e non , soprattutto in Italia, hanno una gerarchia quasi tangibile; possono godere di lodi o essere colpevolizzate a seconda del rendimento. La società Milan è un’ entità astratta con tanti nomi al suo interno ma con nessuno con un concreto potere decisionale. Colpevolizzare sì, ma chi?