Domani sera a San Siro Alessio Romagnoli tornerà al centro della difesa. Tomori e Calabria hanno accusato leggeri acciacchi e Stefano Pioli non vuole rischiare anche in vista del tour de force europeo: «Semplici scelte, nessuna bocciatura» ha commentato il tecnico incalzato in conferenza stampa sul recente calo di prestazioni del capitano. Un calo fisiologico che ci sta. L’area tecnica fa quadrato: «Il Milan ha 17 punti in più rispetto all’anno scorso – ha detto Paolo Maldini nel weekend – e questo lo deve a chi ha giocato ogni partita. Alessio è uno di questi».
Romagnoli è arrivato a Milano dalla Roma nel 2015 per 25 milioni di euro (più 5 di bonus) e una buona dose di apprezzamenti: “Può essere il difensore del futuro sia per i rossoneri sia per la Nazionale” si diceva. Il salto di qualità definitivo non è mai arrivato, vero, un po’ però perché inghiottito in stagioni per il Diavolo piuttosto insipide, senza grandi traguardi raggiunti esclusa la Supercoppa di Doha nel 2016: buon centrale, difensore da Milan (lo ha dimostrato!), leader in spogliatoio ma spesso vittima, capro espiatorio.
A sua difesa, ecco un primo spunto di riflessione che nasce dall’analisi dei dati della stagione in corso: oggi Romagnoli è finito sulla graticola per colpe sue – principalmente sue ed è giusto sottolinearlo – ma prima del black-out in campionato il Milan con il suo capitano sempre titolare in campo (e mai sostituito) aveva collezionato 8 vittorie e 3 pareggi. Nel calcio, però, è sempre più facile criticare intrisi di rabbia che alzarsi in piedi, sportivamente, per applaudire, anche un guerriero finito a terra stremato.
Convince invece e mette tutti d’accordo il “giovane Fikayo Tomori“, che però – ricordiamolo ai crociati da salotto sempre pronti ad alzare le spade al cielo – conta all’anagrafe appena tre anni in meno di Alessio Romagnoli (26 anni per il capitano, 23 per il difensore in uscita dal Chelsea): sbarcato a gennaio ha impressionato l’ambiente per qualità di rendimento. Attento, preciso, intelligente… Vero, verissimo. Se continua così andrebbe blindato a vita. Per esercitare il diritto di riscatto a fine stagione servono però 27 milioni di euro.
Elliott potrebbe dare l’ok, qualcuno dice che il tesoretto potrebbe arrivare proprio dalla cessione del capitano. Valutazione elementare, oggi davvero troppo facile. Oseremo aggiungere: scontata. Difficilmente si prevedono novità nei prossimi mesi, almeno finché le parti (il Milan e Romagnoli) non troveranno un accordo sul prolungamento del contratto in scadenza nel 2022. Prima il rinnovo, poi l’eventuale cessione. Vedremo chi l’avrà vinta – pensiero triste -, intanto il Milan torna a giocare a San Siro con il suo capitano al centro della difesa: Alessio Romagnoli, 2.350 minuti giocati in stagione, quasi tutti da leader. Quasi tutti convincendo.