Coppa Intercontinentale del 1969, una partita che è entrata decisamente nella storia del calcio. Il Milan alzerà al cielo quella coppa, prima della sua gloriosa storia, ma lo fece con un’immagine decisamente brutta per il calcio: la faccia tumefatta di Combin. All’epoca la Coppa Intercontinentale non era giocata su partita secca ma era necessario avere la meglio dell’avversario attraverso un doppio confronto, uno in casa e l’altro in trasferta. Dopo la fantastica vittoria in Coppa dei Campioni del 1968, conquistata con un perentorio 4-1 contro l’Ajax, per i rossoneri si aprono le porte della sfida intercontinentale contro l’Estudiantes. L’andata si era giocata a San Siro l’8 ottobre.
Il dominio rossonero era stato totale, 3-0 con doppietta di Sormani e in mezzo una rete di Combin. L’Estudiantes è un fenomeno di quegli anni, la squadra di una piccola città che arriva a dominare il calcio sudamericano. Ci sono buoni giocatori, tra i quali Carlos Bilardo, futuro ct dell’ Argentina mondiale, e Juan Ramon Veron, il padre di Sebastian. Anche nella gara di ritorno, in terra argentina, il Milan parte decisamente forte, voglioso di chiudere in fretta il discorso. Il golden boy Rivera, pallone d’oro nel 1969, in un’azione di contropiede salta il difensore e poi anche il portiere per il vantaggio rossonero. L’Estudiantes ribalta subito il punteggio con Conigliaro e Suarez, ma il Milan è comunque abbastanza tranquillo dato il punteggio dell’andata.
Il Milan e la Coppa Intercontinentale insanguinata del 1969
Coppa Intercontinentale 1969, il Milan è massacrato di botte dall’Estudiantes…
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La partita “giocata” termina qui perché da quel momento in poi non sarà più calcio ma solo calci e pugni. Il compianto Lodetti di quella partita racconta ciò: “La partita è stata tutta così, quando avevi il pallone arrivava qualcuno e ti spaccava. L’arbitro, un cileno, se ne fregava bellamente. Ci fu un terzino che falciò Prati, poi arrivò il portiere Poletti e gli mollò un calcio nella schiena. Prati dovette uscire dal campo. Mi presi solo un cazzotto alla schiena a fine partita, non so neanche da chi, quando mi abbracciai a Fogli, felici. Eravamo i due centrali di centrocampo, ci eravamo fatti un mazzo così”. Tutto ciò però non fu sufficiente, occorreva punire il “disertore” Combin.
Il giustiziere è ancora Poletti, che sferra un cazzotto devastante al francese, che esce dal campo con la faccia sanguinante, spaccati il naso e lo zigomo. A fine partita arrivano quattro poliziotti con una macchina e se lo portano via. Lo scandalo fu tale che in seguito Poletti fu radiato dalla sua Federazione. Il Milan, nonostante una notte da incubo in terra argentina porta a casa il trofeo ma l’immagine che resterà scolpita nella memoria di tutti fu proprio la faccia di Combin. Il suo viso tumefatto, gonfio come quello di un pugile dopo un duello efferato. Era solo una partita di calcio in realtà. L’intimidazione ambientale, l’acquiescenza arbitrale e la mancanza di ogni sicurezza furono tali da creare una delle pagine più nere della storia del calcio.