Non c’è solamente il risultato finale del derby fra Inter e Milan in ballo, ma anche tanti duelli all’interno della sfida stessa. La situazione è meno da bollino rosso di quanto lo fosse una settimana fa, ma non piace in ogni caso a Stefano Pioli. Al derby di sabato sera (ore 18.00) non prenderanno parte Matteo Gabbia e Leo Duarte, entrambi in quarantena e ancora positivi agli ultimi tamponi, poi il trio di infortunati Rebic, Conti e Musacchio. L’emergenza in difesa resta, ma Pioli potrà finalmente servirsi di Alessio Romagnoli, guarito dal problema al polpaccio che l’ha costretto ai box da Sassuolo-Milan.
Era luglio e i rossoneri stavano completando la rimonta in campionato verso l’Europa League. Esce Gabbia, quindi, rientra il capitano a far coppia con Kjaer, ma dietro le alternative continuano a scarseggiare. Se Romagnoli non dovesse garantire i novanta minuti – cosa peraltro estremamente probabile – Pioli potrebbe decidere di accentrare Calabria o arretrare Kessie sulla linea dei quattro davanti a Donnarumma.
Il mezzo sorriso del tecnico emiliano è tutto per Ibra, tornano in gruppo dopo la vittoria sul Codi e il via libera dello staff sanitario, subito protagonista nella partitella a ranghi misti con la formazione Primavera di scena ieri a Milanello: per Zlatan gol e assist a Daniel Maldini. La voglia di Ibra è a livelli esplosivi: ha un conto aperto con l’amico-nemico Lukaku nella stracittadina dopo l’ultima volta, quando al primo tempo impressionante dei rossoneri si contrappose l’Inter con aggancio e sorpasso proprio firmato dal colosso belga.
Meno cinque al derby: Pioli ritrova Ibra e Romagnoli e punta sulla forma smagliante di Calhanoglu, decisivo anche in Nazionale.
Verso Inter-Milan, i duelli sono le sfide nella sfida
I due hanno molto in comune, non solo l’avventura vissuta insieme al Manchester United, quando proprio Ibra insegnò a Romelu l’arte dei leader. Sarà sfida nella sfida con numeri garantiti. Quelli legati alla statistica sono la sintesi del perfetto equilibrio: 10 gol in 18 presenze per il campione svedese, 23 in 36 uscite per il bomber di Conte: 0,6 reti a partita la media di entrambi.
Sarà poi il derby dei numeri 10. Al Milan quel piedistallo che in oltre un secolo di storia ha ospitato monumenti del calibro di Boban, Seedorf, Rui Costa, Savicevic…solo per citarne una manciata a caso, oggi è occupato da Hakan Calhanoglu. Il turco sta vivendo con Pioli una seconda giovinezza calcistica, finalmente immerso nel suo ruolo naturale. È in comfort zone e le performance che sta continuando a inanellare sono lì a documentarlo: è un punto di riferimento per tutti i compagni che lo cercano di continuo, rifinitore e conduttore della manovra. E godeador.
Anche in Nazionale ha lasciato un’impronta indelebile (nell’azione dell’1-1 contro la Russia) e punta ora a graffiare il derby da protagonista. Non ha mai segnato all’Inter da quando indossa le strisce rossonere, in verità nemmeno a Juventus e Napoli. La rete contro le big non è proprio un marchio di fabbrica. Ci proverà, duellando a distanza con il collega Arturo Vidal (che ha la stoffa del 10 ma alla corte di Conte indossa la maglia numero 22), uno che invece sì, al Milan ha già fatto male ai tempi di Torino. Su rigore, 1-0. Stagione 2012/2013.