Francesco Mandelli torna al cinema con Taaac ricomincio da te dove interpreta un tycoon americano alla Gerry Cardinale nel Milan: ma lui Fonseca non l’avrebbe preso…
«Figa il Milan, Minchia il Milan. Porco Digel il Milan». Francesco Mandelli non si riesce a trattenere. Torna indietro con il tempo, Poi fa un passo in avanti. A “Ricomincio da Taaac”, il secondo film de “Il Milanese Imbruttito”, al cinema. Nel film l’attore interpreta un Tycoon americano, «un Gerry Cardinale: inclusione, condivisione… tutta una super cazzola insomma», dice con il suo grande sorriso. Non può essere altrimenti. L’onda lunga del derby prosegue ma «da un certo punto di vista dopo una partita del genere resto amareggiato perché certo è bellissimo vincere il derby ma quanti ne abbiamo buttati via prima di questo?». Ma grazie Paulo Fonseca, Francesco Mandelli, non riesce ancora a dirlo. «In questo momento ho un amore un po’ idisoncratico con il Milan».
Ci spiega meglio?
«Questo Milan a me non piace. Non mi piace lui. Lui, intendo, l’allenatore. Faccio fatica anche a nominarlo. Non so perché ma non mi piace, non mi dice niente. Sono un tifoso normalissimo, che esprime il suo pensiero, e non pretendo non mi sembra un profilo da Milan. Mi è dispiaciuto che un allenatore come Stefano Pioli che ha chiuso con un secondo posto e che ha vinto uno scudetto sia stato liquidato in questa maniera. Io penso che la continuità per il Milan sia importantissima. Noi siamo il Milan, non dobbiamo fare il gioco che fanno gli altri».
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Francesco Mandelli: figa il Milan ma con Paulo Fonseca non ci siamo ancora…
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Però il derby tatticamente l’ha vinto Paulo Fonseca… «Vincere il derby non è mai facile. Quindi bisogna essere obiettivi e fargli i complimenti se li è meritati. Spero che sia un nuovo inizio. Spero soprattutto di essere smentito, perché essere smentiti sarebbe bellissimo: vorrebbe dire che il Milan vince, va bene, e io lo spero tantissimo…».
È un nostalgico di Paolo Maldini, ma Zlatan Ibrahimovic le piace?
«Ibra è il numero uno. È una persona che sa psicologicamente come funziona il calcio ma io ho la sensazione che lui abbia un po’ le mani legate. Ho la sensazione che lui vorrebbe intervenire di più, incidere di più. È un leone in gabbia. Nel momento che riuscirà a liberare tutta la sua personalità, lui e Fonseca potrebbero fare grandi cose».
Ora dove arriva il Milan?
«Mi accontento di arrivare tra le prime cinque. La Champions League di oggi è ancora troppo difficile per noi poter pensare di vincerla».