Mercoledì sera Juventus-Milan a Torino si giocherà a porte aperte, ma solo per i tifosi piemontesi. Dubbi, riflessioni e domande (da profani).
La Reggia di Venaria è a due chilometri dall’Allianz Stadium, la casa della Juventus. Martedì mattina alle 9.30 riaprirà i battenti al pubblico, per la gioia degli operatori del settore e di tutti gli appassionati di arte e architettura. Tornerà a far suonare i propri tornelli dopo aver prolungato la chiusura invernale a seguito del recente decreto, emanato dal Governo e dalle Regioni, per contenere i contagi da Coronavirus. La Reggia di Venaria, superba residenza sabauda di 80.000 metri quadri e 60 ettari di giardini, da martedì potrà essere visitata senza alcuna restrizione. Anzi.
In media, nel 2019, l’imponente polo museale alle porte di Torino aveva conteggiato 17.000 passaggi di visitatori a settimana per un totale, quantificato e ufficiale, di ben 836.000 biglietti strappati all’ingresso. Da martedì chiunque sia amante o studioso del genere, o voglia anche solo trascorrere qualche ora in famiglia o tra amici in relax, potrà approfittare dell’ingresso gratuito ai giardini, per tutti – leggiamo sul sito ufficiale della residenza – dal 3 al 29 marzo. Per tutti.
Mi perdonerete questa fin troppo approfondita disquisizione di carattere turistico-culturale, ma tanto vi dovevo per dare misura, reale e più chiara, della vastità del paradosso che lega Juventus-Milan di mercoledì sera all’allerta esasperata prodotta dall’arrivo in Italia del Coronavirus. O meglio, prodotta da chi dovrebbe “proteggere” i propri cittadini e le attività pulsanti del Paese invece di alimentare focolai di psicosi collettiva attraverso atteggiamenti mediaticamente allarmanti. Il nostro Premier da settimane vive e dorme – probabilmente – nel quartier generale della Protezione Civile, salvo qualche vitale ora d’aria sotto i riflettori dei salotti in tv. “La psicosi è il peggior contagio”, disse qualcuno e aveva ragione.
Ma torniamo a noi, banali calciofili e narratori di frivolezze che poco servono al Paese, e lasciamo ad altri dibattiti e pagelle politiche sul tema. Mercoledì sera, a due chilometri dalla Reggia di Venaria (17.000 ingressi a settimana, senza restrizioni), si gioca Juventus-Milan, semifinale di ritorno di Coppa Italia e si riparte dall’1-1, con i padroni di casa chiamati a cancellare l’opaca prova del match di andata. A San Siro, la Juve di Ronaldo aveva trovato il gol del pareggio in extremis grazie a un calcio di rigore, regalo dell’arbitro Valeri e del VAR. Il Milan di Ibrahimovic per tutto il match aveva offerto una prova nettamente superiore a Madama, nella tecnica quanto nella determinazione. Mercoledì sera, a due chilometri da Venaria, la famiglia lombarda che il giorno prima si potrà godere qualche ora di relax ammirando l’eleganza della Galleria Grande della Reggia (la Galleria di Diana, passateci una volta nella vita perché merita), fianco a fianco agli appassionati di Torino e dintorni, non potrà mettere piede all’Allianz Stadium. Tornelli inattivi, blocco preventivo; al chiuso della Reggia sì, all’aperto dello stadio no. È quanto hanno deciso il Governatore del Piemonte Alberto Cirio e i suoi superiori ai Ministeri romani, tanto ha confermato il Premier Giuseppe Conte dal quartier generale della Protezione Civile: non potranno accedere allo stadio gli ospiti e tutti gli appassionati che hanno comprato il biglietto ma risiedono oltre i confini regionali. E gli operatori dell’informazione invece? Mistero della fede, lo scopriremo curiosi nelle prossime ore…
Nel paradosso dilaga un altro paradosso, anche se per la verità il dettaglio del testo non lo ha ancora confermato ufficialmente: “residenti” e non “provenienti”. Il termine è importante, il concetto di base cambia. Fosse “residenti”, quindi, se Marco risiede a Vercelli ma vive da un mese a Cormano – per dire -, mercoledì sera potrà accedere allo Stadium liberalmente. Qualcosa continua a non tornare. Nell’analisi generica, e precisiamo “ignorante” di noi calciofili da bar, sfuggono troppi particolari. Vista da qui, e non dal bancone della Protezione Civile, ha le sembianze di una classica soluzione facilotta e non troppo ragionata, costruita – ma lo diciamo da profani – giusto per favorire qualcuno, i pochi o i soliti, forse. Facciamo fatica a capire, Venaria a parte sia chiaro (alla quale auguriamo ogni bene). Perché? Perché questa sera Juventus-Inter non viene disputata a porte aperte con le medesime restrizioni di mercoledì sera, chiudendo il settore ospiti e bloccando al confine gli infettati, reali o presunti? Oppure, perché in Piemonte, che ha meno casi accertati del Lazio, non si può giocare a porte aperte mentre a Roma si scende regolarmente in campo? E ancora…perché a Lecce (la Puglia conta tre casi) i tifosi dell’Atalanta (Bergamo è dentro i confini del contagio) oggi potranno accomodarsi senza problemi in tribuna al Via del Mare a sostenere la propria squadra? Perché? Perché loro sì e mercoledì sera, invece, i tifosi del Milan dovranno sognare la finale di Coppa Italia dal divano di casa? Fateci capire.