Novità importanti nel caso ultras: la Procura Figc ha aperto l’indagine sportiva nei confronti di Inter e Milan! Ecco cosa rischiano le due società
La giornata di mercoledì 27 novembre rappresenterà un punto di svolta – un cambiamento importante – per il caso ultras. L’inchiesta che vede coinvolti gli ultras, appunto, delle curve di Inter e Milan.
Infatti, in questa mattinata di fine novembre, sono arrivati alla Procura della Federcalcio – secondo quanto riportato dall’Ansa – gli atti dalla Procura di Milano da cui ha avuto inizio l’indagine. Indagine, che contestualmente a ciò, è stata aperta anche a livello sportivo.
Andrea Abodi: caso ultras? E’ un fenomeno drammatico, ma Milan e Inter…
Caso ultras Milan, la Procura Figc apre l’indagine sportiva! Cosa rischia la società?
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Andrea Abodi, ministro per lo Sport, ha voluto sottolineare la gravità della situazione intervenendo a margine dell’evento Sport Industry Talk di Rcs al Maxxi di Roma. Il caso ultras, infatti, non riguarda solo la città di Milan ma un problema più grande che si estende su tutt’Italia.
Le sue dichiarazioni:
In attesa che arrivino le carte (arrivate nella mattinata di mercoledì 27 novembre, ndr), questo non è un fenomeno passeggero e non riguarda solo Milano. È un fenomeno drammatico, non è esuberanza di una curva. Non parliamo solo di cori razzisti, ma parliamo di criminalità organizzata che si inserisce nelle maglie del tifo con violenza, minacce, che ha generato morti e accumulato risorse finanziarie e armi in una dimensione che non immaginavamo
Infine, il ministro per lo Sport ha svelato di non avere ancora parlato con i club coinvolti. Tuttavia, non si aspetta delle sanzioni nei confronti di Inter e Milan ma solamente una valutazione dei fatti emersi.
L’annuncio di Andrea Abodi:
La giustizia sportiva non è un doppione di quella ordinaria, ma si muove sul mancato rispetto di principi lealtà sportiva. Ne ho parlato anche con i vertici federali, ma non dei club. Non mi aspetto sanzioni, ma che vengano valutati i fatti per come sono emersi. Le norme federali e sportive prevedono che non ci siano rapporti, tanto più di questo tipo, tra tesserati e delinquenti che si nascondono dietro il tifo