I passi avanti al “Dall’Ara”, l’importanza di Jack e quella di Ibra (che ha scelto il Milan).
Bologna è una formula. Matematica, precisa, puntuale. Da 17 anni i rossoblù non riescono proprio a strappare il successo in casa contro il Milan. Il posticipo della 15^ giornata di Serie A andato in scena ieri al “Dall’Ara” si era aperto con i migliori propositi e si è chiuso come da attese, con una regola, storica oramai e rispettata: punti e sorriso al Milan. Forse Bologna è una regola, cantava Luca Carboni, bolognese doc. Non si sbagliava.
L’altra regola, quella che a Stefano Pioli e ai tifosi rossoneri interessa ancora di più, è che quando in campo c’è Bonaventura non si perde. Non si perde mai. Il diavolo di Jack è imbattuto. Preciso, matematico. Qualcuno, anzi più di qualcuno pensa e ripensa a come si sarebbe potuta concludere la passata stagione con lui in campo. I punti nelle ultime tre uscite di campionato (sette complessivi) sono arrivati anche grazie alle sue giocate: in gol col Napoli, sempre pronto a ispirare la manovra ieri ha firmato la rete – poi decisiva – del momentaneo 3-1 per il Milan. Quest’anno si era visto anche a Genova contro il Grifone, ultima uscita sulla panchina rossonera di Marco Giampaolo. Anche in quell’occasione era arrivata la vittoria. Come Bologna, Jack è una formula. Una sentenza. In scadenza di contratto il prossimo 30 giugno, presto il Club incontrerà il suo entourage per trattare insieme il rinnovo. Troppo importante Bonaventura per questo Milan. Carismatico e dalle qualità tecniche rare nel contesto di oggi, Jack è il vero uomo in più in spogliatoio.
In attesa di Ibrahimovic. Perché se il Milan di Bologna ha confermato i passi avanti delle gare precedenti (da Torino, sponda Juve, in poi), mostrando più velocità di esecuzione, limpidezza di pensiero e serenità in campo in entrambe le fasi – merito di Pioli e del suo essere riuscito a semplificare gioco e idee -, è altrettanto vero che per il salto di qualità necessario a competere coi vertici c’è bisogno di un’arma davvero tagliente. In attacco. Piatek è tornato al gol, ma solo su calcio di rigore, troppo poco, Leao fatica a inserirsi nel ruolo, a calarsi con responsabilità nell’ambiente e non sta facendo molto per ribaltare le gerarchie là davanti. Serve Ibra, un Generale dal pugno di ferro capace con esperienza e carattere di raggruppare e trascinare l’esercito. Il Bologna si è tirato fuori: «Zlatan non verrà da noi, ha fatto altre scelte», ha dichiarato oggi il Direttore Generale dei rossoblù Walter Sabatini. Ibra ha scelto Milano e i nostri colori. Indiscrezioni hanno svelato che è «solo una questione di ore». Ma il finale è matematico. Come Bologna, anche “Ibra al Milan” è una regola.