Carlo Ancelotti e l’albero di Natale. L’intuizione del tecnico emiliano per il famoso 4-3-2-1 che avrebbe regalato tante soddisfazioni in campo nazionale. ed internazionale arrivò all’inizio della stagione 2002/2003. A Bergamo contro l’Atalanta, match valevole per la sesta giornata di campionato, il 20 ottobre 2002 andò in scena una delle prime grandi prestazioni del neonato Milan ancelottiano. Il Milan, reduce dal clamoroso 6-0 rifilato al povero Torino la giornata precedente, doveva confermarsi in quel di Bergamo contro l’Atalanta di mister Vavassori. Ancelotti schierò Dida in porta; Simic, Nesta, Maldini e Kaladze in difesa, Pirlo, Gattuso e Seedorf a centrocampo con Rui Costa e Rivaldo a supporto di Tomasson.
Atalanta-Milan 1-4 20.10.2002
Con Pippo Inzaghi acciaccato in panchina e Shevchenko indisponibile il. peso dell’attacco rossonero gravava sulla vena sotto porta del neo acquisto Jon Dahl Tomasson (che si rivelerà decisivo anche in Champions League). Subito Pirlo metteva Tomasson davanti al portiere orobico ed ex Milan Taibi che ribatteva la conclusione del danese di piede. L’Atalanta si rendeva pericolosa col giovane Pià ma al minuto 15 era Rivaldo con una conclusione velenosa dai 23 metri ad insaccare con grande. precisione nell’angolino basso alla sinistra di Taibi. Primo gol in rossonero per il neo acquisto brasiliano. Il Milan sembra poter disporre dell’avversario a piacimento soprattutto grazie all’ottima giornata.di Clarence Seedorf ma, a sorpresa, l’Atalanta trovava il pari con un altro ex. Gigi Sala riceveva palla da un rimpallo al limite e fulminava Dida con una staffilata sul primo palo. 1-1 alla mezz’ora e tutto da rifare per il Milan.
Ma è giornata di primi gol in rossonero; al minuto 41 Tomasson, da vero predatore dell’area, si fa trovare al posto giusto per un facile tap-in dopo l’incerta respinta di Taibi su colpo di testa di Rivaldo nato da corner. Nella ripresa Rui Costa falliva il match ball e l’Atalanta cotruiva. un paio di mezze occasioni andando vicina al pari; ma ecco che saliva in cattedra Andrea Pirlo. Un incontenibile Rui Costa si guadagnava un penalty e il rigorista rossonero Pirlo trasformava in tranquillità con una conclusione centrale; 3-1 Milan e partita decisamente in discesa a meno di mezz’ora dalla fine. Rui Costa continuava la sua sfida personale con Taibi non riuscendo a trovare la gioia personale ma a fissare il risultato definitivo era ancora Andrea Pirlo. Splendida punizione dalla lunetta dell’area di rigore e palla che sbatteva sotto la traversa varcando comunque la linea di porta; 4-1 e sprazzi di nuovo Milan Ancelottiano che visse la sua serata di massima gloria il successivo maggio nella trionfale finale di Champions a Manchester.