Quattro espulsioni rimediate dopo le prime dodici giornate di Serie A dal Milan. Tanti, decisamente troppi. Nel calcio, i cartellini rossi rappresentano una squalifica per il giocatore colpevole di un’infrazione grave. La disciplina in campo è fondamentale per il buon andamento di una partita e il comportamento dei giocatori influenza notevolmente l’immagine del calcio stesso. Pertanto, quattro cartellini rossi dopo soltanto dodici giornate di Serie A sollevano dubbi e preoccupazioni riguardo al fair play e al rispetto delle regole da parte dei giocatori del Milan.
Questi episodi devono essere analizzati attentamente dallo staff al fine di garantire meno sanzioni durante lo svolgimento del campionato. La media di una espulsione ogni tre partite, con la conseguenza di dover fare a meno, poi, di giocatori chiave nei match successivi (vedi Tomori nel derby, Theo Hernandez e Maignan contro la Juventus e Thiaw al Maradona di Napoli).
In Serie A il Milan è tristemente noto per il primato di espulsioni: come porre rimedio?
Milan, primato in Serie A per le espulsioni
Il Milan è la squadra in campionato che conta il maggior numero di espulsioni. Quella rimediata da Olivier Giroud nel finale di partita al Via del Mare di Lecce (e che ora rischia di lasciarlo in tribuna per diversi turni) è la terza espulsione diretta per un giocatore del Milan in stagione in Serie A.
Prima dell’ex Chelsea, sulla lista nera, out per un rosso diretto, c’erano finiti Mike Maignan (espulso in Genoa-Milan 0-1 del 7 ottobre) e Fikayo Tomori (che aveva lasciato i compagni di squadra in inferiorità numerica all’Olimpico di Roma contro i giallorossi di Mourinho per somma di ammonizioni). Quattro espulsioni in appena dodici turni è una media clamorosa: basti pensare che i rossoneri la scorsa stagione in tutto il campionato aveva “collezionato” – per somma di gialli – due sole espulsioni.