Juventus e Milan è anche la storia dell’ex indimenticato Filippo Inzaghi. “Alta Tensione” ha vestito le maglie di entrambe le squadre, segnando senza soluzione di continuità. E’ con il Milan però che si consacra nel calcio internazionale, diventando Super Pippo. Correva l’anno 2001 e il Milan cercava, attraverso il mercato estivo, di riportarsi ai vertici del calcio italiano ed europeo. Dopo una lunga trattativa di mercato, il Milan riesce a strappare Filippo Inzaghi alla Juventus pagandolo 70 miliardi di lire, più il cartellino di Zenoni da poco diventato rossonero. L’investimento fu importante, esattamente come la coppia che Galliani riuscì a formare affiancando il piacentino a Sheva. Che Inzaghi fosse un campione era noto a tutti, il motivo per cui accettò di lasciare la Juventus risiedeva esclusivamente in rapporti ormai logori con l’ambiente bianconero.
Pippo aveva bisogno di cambiare aria, di ritrovare stimoli ed ambizioni e il club di Berlusconi gli offriva un’occasione unica in tal senso. Gli anni Inzaghi al Milan sono stati sugellati da trionfi straordinari, sia in Italia che in Europa. Proprio con la maglia del Milan ha vissuto alcune delle notti più appaganti della propria carriera, esaltandosi in quelle di Champions League indossando i panni del supereroe. Le sue perfomance erano autentiche scariche adrenaliniche, non a caso rinominato dal collega e tifosissimo rossonero Pellegatti “alta tensione”. I suoi movimenti sul filo del fuorigioco, il suo opportunismo da rapinatore dell’area di rigore e la capacità di capire dove posizionarsi per ricevere il pallone, lo hanno trasformato in Super Pippo. Come un supereroe Filippo Inzaghi segnava quando la squadra ne aveva maggior bisogno. I suoi gol hanno sempre determinato vittorie pesanti, di quelle che segnano i campionati e indirizzano le finali di Champions League.
Filippo Inzaghi quando passò dalla Juventus al Milan divenne Super Pippo
Ex Milan, il passaggio che portò Filippo Inzaghi a diventare Super Pippo
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Fare l’elenco dei suoi gol sarebbe una pratica senza fine dato che in maglia rossonera ha disputato 11 stagioni, collezionando 300 presenze e 126 reti. Il suo bottino europeo è ancora più sfolgorante, 72 presenze e a referto 40 reti. Tra tutti i suoi gol è impossibile non menzionare la doppietta ad Atene nella finale di Champions vinta contro il Liverpool. Incancellabile anche il gol ai quarti di finale di Coppa Campioni contro l’Ajax. Gol che in realtà non è suo ma di Tomasson, ma se dopo anni tutti lo assegnano di cuore a Inzaghi dimostra quanto abbia inciso sullo stesso e quanto Super Pippo abbia lasciato il segno con il Milan, in quelle notti europee che tanto hanno fatto sognare i tifosi rossoneri. L’urlo trascinante, colmo di meraviglia e gioia di Piccinini è forse una delle colonne sonore migliori degli anni di Inzaghi al Milan.
Bomber si nasce e tale si rimane anche quando le luci della ribalta si spengono, consegnando agli almanacchi le proprie gesta e alla bontà dei tifosi ricordare il proprio nome, grazie ad una giocata, un dribbling o un gol, come quello che Pippo ha fatto anche nel giorno del suo ritiro. In un Milan-Novara del 13 maggio 2012, rientrato dopo un lungo infortunio, Inzaghi saluta il pubblico che tanto ha amato e che tanto ha ricambiato il suo amore con un ultimo gol. La sua esultanza rotta dalla commozione, in ginocchio e con le braccia al cielo sotto la Curva Sud è un’immagine dolce, pulita, di un uomo e di un calciatore che ha mischiato il proprio sangue a quello del Milan, sposandolo incondizionatamente in un amore senza fine.