I derby di Champions non sono più esclusiva del Milan, quelli giocati nel 2023 certificano che il Diavolo soffre l’Inter molto più del passato. I nerazzurri sono di caratura superiore.
I sei palloni spediti dietro una rete tennistica dopo il 6-0 dell’11 maggio 2001, “Noi realizziamo i vostri sogni”, dopo la Champions vinta nel 2003, e l’iconica “Interista diventi pazzo” del 2004, che accompagnava l’urlo di Munch. Sono tra le coreografie esemplificative di un periodo, quello degli anni 2000, costellato di derby iconici incastonati nella storia rossonera: dalle accelerazioni di Kakà, responsabili delle ammonizioni di tutta la retroguardia nerazzurra, alle storiche rimonte, su tutte quella siglata da Clarence Seedorf al 39′ della ripresa con un gol pazzesco (dei suoi) dalla trequarti. Furono anni indimenticabili.
Trend invertito
Un epopea derbistica a forti tinte rossonere, bruscamente interrotta, nella stagione 2009/2010, dai due derby dominati dall’Inter di Mourinho: 0-4 e 2-0 tra andata e ritorno. Un andamento, quello del derby di andata giocato in casa dal Milan e terminato 0-4, che ha ricordato molto il derby della semifinale d’andata dello scorso 11 aprile. Se si fosse concretizzato il rigore su Lautaro, anche il parziale sarebbe stato lo stesso (0-3 nei primi 45′).
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Dal 2009/2010 predominio nerazzurro
Sta di fatto che dalla stagione 2009/2010, al netto di una parentesi, nella stagione dello scudetto di Massimiliano Allegri, che ha visto il Milan imporsi con un trittico di vittorie, andata e ritorno in campionato e nella Supercoppa giocata a Pechino, il predominio nerazzurro risulta abbastanza evidente e per certi versi sconcertante: 19 vittorie nerazzurre contro le 9 rossonere, 8 i pareggi. Inutile dirlo, ma l’andamento risulta “drammaticamente” in favore delle legioni nerazzurre se consideriamo gli ultimi 6 derby giocati, dal ritorno della gara di Coppa Italia della scorsa stagione (19 aprile, 3-0 Inter) al ritorno di Champions di martedì, al netto del 3-2 Milan del 3 settembre scorso, l’Inter non solo ha sempre vinto, ma in ben 5 occasioni non ha mai subito gol.
I derby del 2023 e il record negativo di Pioli
Se poi analizziamo i derby giocati nel 2023, ben quattro, la situazione precipita: il Milan non solo ha perso tutti e quattro i derby, giocati tra l’altro in tre competizioni differenti (campionato, Supercoppa e Champions), cosa che non accadeva dalla stagione 1973-’74. Ma, e veniamo al record poco edificante del Milan di Stefano Pioli, non è mai riuscito a segnare. Cosa mai accaduta. Ora, se due indizi fanno una prova, 4 certificano una superiorità netta da parte dell’Inter, che ha dimostrato di essere di altra caratura.
Il Milan soffre l’Inter: attacchi a confronto
Una superiorità riscontrabile sotto tutti gli aspetti: sia come caratura (anche internazionale) dei singoli giocatori, sia come struttura fisica degli stessi, sia come profondità della rosa. Tutti parametri concentrati, e impietosamente emersi, nel doppio confronto di Champions. Dal gol di Dzeko, discutibilmente marcato da Calabria, alle continue scorribande dei centrocampisti nerazzurri: Mkhitaryan (gol), Calhanoglu (palo), Barella (quasi gol).
La differenza è stata proprio questa: la moltitudine di giocatori che potevano segnare in qualunque momento. Senza considerare il solo reparto offensivo. Il confronto di quest’ultimo è sconfortante ed esemplificativo. Un dato su tutti: il peggior attaccante dell’Inter, considerata la media gol, Dzeko, fa un gol ogni 190′, il miglior attaccante del Milan (Giroud) fa un gol ogni 222′. Senza contare la possibilità di alternanza dei primi tre attaccanti dell’Inter.
A centrocampo l’Inter imperversa
Concentrandoci a centrocampo, è indubbio come questo sia il reparto più forte dell’Inter, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo. Ed è proprio a centrocampo che il Milan ha dimostrato di soffrire tremendamente l’Inter. Mkhitaryan, Calhanoglu e Barella hanno surclassato Tonali e Krunic, specialmente nel primo tempo dell’andata, sia numericamente che fisicamente. Frustrante è constatare come non fossero immediate delle contromisure. Per una ragione molto semplice. Qualora il Milan avesse deciso di pressare alto, andando a prendere l’Inter nella propria metà campo, sarebbe stata passibile delle numerose infilate dei centrocampisti nerazzurri, abili per tecnica e struttura ad occupare le “terre di nessuno”. Viceversa, con un atteggiamento più prudente e attendista, il Milan avrebbe, come effettivamente è avvenuto, perso i duelli uno contro uno.
Ça va sans dire, come il Napoli ha dimostrato di soffrire il Milan, giocando a viso aperto e non curandosi delle sgroppate di Leao, il Milan soffre tremendamente l’Inter, la sua natura e la sua struttura di squadra. Un rimedio c’è e si chiama mercato estivo, per correre ai ripari in vista della prossima stagione e contrastare così la legione interista, che tra l’altro non è più “straniera”.
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