San Siro e le Olimpiadi: nel 2026 la cerimonia di apertura dei Giochi, ma lo stadio – fatiscente – ha bisogno di essere migliorato.
Lo vogliono demolire, altri stanno continuando la loro battaglia per evitare che succeda davvero, altri ancora sono combattuti e non prendono posizione. La faccenda legata a San Siro, lo storico stadio di Milan e Inter, sta tenendo banco ormai da troppo tempo. I club non vogliono più attendere, sono decisi a trasferirsi in un nuovo impianto, se sarà necessario anche fuori città.
La politica nel mentre litiga: l’ultimo ad alzare la voce è stato Vittorio Sgarbi, con il Governo Meloni in plancia di comando sottosegretario alla Cultura, determinato a difendere Milano «dalle aggressioni del sindaco Sala». Una di queste riguarda proprio lo smantellamento del Meazza.
Alla matassa di problemi sempre più aggrovigliata, eccone uno nuovo. Ne parla il quotidiano Libero oggi in edicola. Se da un lato Milan e Inter stanno pensando di cambiare casa, dall’altro sono vincolati a rimanere a San Siro almeno fino al 2026, anno delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina. Il Meazza tra quattro anni ospiterà la cerimonia di apertura dei Giochi e su quell’evento il CONI sta già facendo attente valutazioni.
San Siro e le Olimpiadi, altro problema: servono 10 milioni
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Il Comitato Olimpico richiederà al Comune di Milano di apportare alcune migliorie alla struttura. Intanto nella tribuna d’onore, da ripensare per garantire l’ospitalità di tutti i capi di Stato e delle delegazioni internazionali, poi nella sala stampa, attualmente ridotta nella capienza e inadatta a ospitare centinaia di media provenienti da tutto il mondo.
Le varie aree dello stadio dovranno poi rispettare gli standard prefissati dal CIO, altra grana che obbligherà il comune a ulteriori investimenti. Si prevede già oggi una spesa oscillante tra i 10 e i 15 milioni di euro, non male insomma per un impianto che dovrà (o dovrebbe) da lì a poco essere completamente smantellato.