Le conseguenze del covid iniziano a pesare sul sistema-calcio e sul Milan, che ora vuole attuare misure draconiane con i suoi tesserati. Circola da alcune ore una notizia destinata a fare clamore. O meglio, se proprio non vogliamo esagerare, destinata a far discutere osservatori e addetti ai lavori. Dall’ultimo Consiglio di Amministrazione di A.C.Milan è emersa l’esigenza del Club di ridurre le uscite derivanti dai salari. La società chiederà ai giocatori della prima squadra un sacrificio economico per arginare, in parte, le difficoltà di bilancio emerse a causa della pandemia da Covid-19.
Nello specifico, verrà chiesta al gruppo la riduzione dello stipendio di una quota mensile intorno al 20%. Tale richiesta potrebbe derivare da una necessità economica dell’azienda o da circostanze eccezionali che richiedono un impegno collettivo per garantire la sostenibilità dell’attività. È importante affrontare questa questione con sensibilità e trasparenza, coinvolgendo i dipendenti nel processo decisionale e comunicando chiaramente le motivazioni e gli obiettivi legati a questa riduzione. Inoltre, potrebbe essere opportuno esplorare alternative alla riduzione dello stipendio, come la riduzione dell’orario di lavoro o la rinegoziazione di alcuni benefit, per attenuare l’impatto finanziario sui dipendenti.
Il Club pensa a un netto taglio degli stipendi per arginare in parte le perdite a bilancio
Calcio, il covid mette in crisi il sistema, e il Milan…
La chiave per affrontare una situazione del genere è la comunicazione aperta e la collaborazione tra datore di lavoro e dipendenti, lavorando insieme per trovare la soluzione più equa e sostenibile per tutti. Il risparmio degli ingaggi è un tema cruciale ai piani alti di Casa Milan. Un tema che per la verità riguarda tutto il sistema calcio.
L’ultimo esercizio di bilancio per i rossoneri è stato un bagno di sangue: il deficit ha sfiorato i 195 milioni di euro, una cifra che allunga di un’ulteriore salita il percorso del Milan verso il risanamento societario e il rilancio nel grande calcio. L’arduo compito di parlare con i giocatori spetterà al CEO Ivan Gazidis, così come era accaduto in occasione del primo lockdown di marzo.