In diretta Instagram con il giornalista e cantore delle gesta rossonere Carlo Pellegatti, l’ex centrocampista del Milan racconta il suo rapporto con i tecnici che lo hanno allenato.
I numeri dicono 489 presenze e 36 gol. Questo è lo score di Massimo Ambrosini in rossonero, diventato capitano in prima squadra dopo Maldini e come tale vincitore dello scudetto 2010-2011 e della Supercoppa Italiana nel derby contro l’Inter.
Ospite di una delle canoniche dirette Instagram di Carlo Pellegatti, il nativo di Pesaro è ritornato sulle passate esperienze al Milan con un focus particolare sugli allenatori che hanno segnato la sua longeva carriera in rossonero.
Massimo Ambrosini Milan: da Capello a Zaccheroni
Su Capello: «L’ho avuto quando ero ragazzino, ed eravamo in tre ad essere giovani in quel Milan, io Locatelli e Coco, arrivato dalla primavera. Era severo, però, anche grazie al suo staff era quello che ci aveva fatto capire cosa significasse un approccio con il mondo professionistico».
Su Zaccheroni: «Dopo anni difficili, ebbe il coraggio di proporre qualcosa, anche con la fortuna di trovare un gruppo di senatori che l’hanno seguito nonostante le diffidenze da molte parti. Abbiamo vinto per nostra bravura e con un pizzico di fortuna, con il merito di aver seguito un allenatore innovativo e secondo me sottovalutato».
Massimo Ambrosini Milan: Ancelotti e i rimpianti
Su Ancelotti: «Con Carlo e con i giocatori che avevamo, in Italia abbiamo vinto decisamente meno di quello che avremmo dovuto, non potuto, vincere. Era il periodo tra il 2003 e il 2007, gli anni delle tre finali, di una semifinale e di un quarto di finale di Champions, quindi una squadra simile che in quell’arco temporale vince un campionato solo vuol dire che ha sbagliato qualcosa».