Intervenuto in una diretta con Carlo Pellegatti, l’ex bomber del Milan ha parlato dei suoi anni in rossonero, rivolgendo anche uno sguardo al futuro.
«È stata una settimana davvero tesa, l’atmosfera di un derby così importante si sentiva in tutta la città già da diversi giorni». Esordisce così l’usignolo di Kiev, Andriy Shevchenko, parlando del derby di ritorno della semifinale di Champions League del 2003, giocato esattamente 17 anni fa e culminato con la qualificazione del Milan in finale proprio grazie a un gol dell’ucraino.
Diretta Pellegatti-Sheva: Manchester 2003
Intervenuto in una diretta Instagram insieme al giornalista Carlo Pellegatti, Sheva ha poi parlato del rigore di Manchester che ha regalato al Milan la sesta Champions League in bacheca: «Durante quei trenta metri verso il dischetto è passata davanti a me tutta la mia vita, ma ero convinto e ripetevo tra me e me di non cambiare idea, di aspettare il movimento di Buffon e poi calciare, ero pronto per tirare come volevo».
Pellegatti Shevchenko: amici prima che compagni di squadra
«Il calcio è una cosa, ma un rapporto costruito con compagni è un’altra, erano uomini di onore e grande classe. Appena arrivato a Milano ho legato molto con Billy Costacurta, mi veniva sempre a prendere a casa per andare agli allenamenti visto che abitavamo vicini». Così Sheva ha parlato poi dei compagni ai tempi della sua avventura rossonera, definendoli amici e uomini di rispetto prima che calciatori.
Pellegatti Shevchenko: la parata di Dudek a Istambul 2005
«Faccio ancora fatica a spiegarmelo, riesco a guardare tranquillamente il rigore che ho sbagliato, ma la doppia parata di Dudek a cinque secondi dalla fine dei supplementari, soprattutto la seconda dove avevo tirato a botta sicura, mi fa ancora impazzire, non riesco a vederla».
Pellegatti Shevchenko: l’ucraino allenatore del Milan in futuro?
A cuore aperto, Sheva ha parlato quindi dell’amore che prova nei confronti dell’ambiente rossonero. Non esclude un possibile futuro da allenatore: «Il mio obiettivo è e sarà sempre quello di tornare al Milan e cercare di essere allenatore, perché è una squadra che porto nel cuore, voglio tanto bene ai tifosi e certamente mi piacerebbe allenare il Milan, ma adesso penso solo all’Ucraina e sono concentrato ad allenare la mia nazionale».
Un consiglio al Milan
«Un consiglio che do al Milan, ma che io do a tutti, è quello di essere professionale all’interno del proprio ambiente lavorativo, soprattutto per i calciatori. Se si è professionali si otterrà sicuramente il rispetto dai tifosi».