Il centrocampista della Sierra Leone ritorna sul suo passato in rossonero, raccontando alla pagina Instagram Ilrasdellafossa 2.0 diversi aneddoti sull’ultimo importante trofeo conquistato dal Milan.
Con le sue nove presenze e un gol decisivo segnato il 6 gennaio 2011 a Cagliari, Rodney Strasser è stato un protagonista impronosticabile della corsa allo Scudetto di un Milan ricco di campioni, da Ibrahimovic a Pato, da Seedorf a Pirlo.
Campioni emergenti al fianco di fuoriclasse arrivati ai massimi livelli per tanti anni: i rossoneri sotto la prima gestione Allegri concludono il campionato di Serie A con 82 punti, in vantaggio di 6 lunghezze rispetto ai cugini nerazzurri.
Il fatto che si sia arrivati al traguardo così vicini, rende benissimo l’idea di quanto il gol vincente di Strasser contro i sardi abbia ricoperto un ruolo fondamentale nella conquista del titolo. Ecco le sue dichiarazioni:
Curiosità Scudetto 2010-2011: l’ultimo Milan vincente
Sul gruppo: «Eravamo un gruppo molto affiatato, nonostante fossimo un mix di giovani ed esperti. I leader erano i campioni degli anni precedenti, per cui in allenamento nessuno voleva perdere e tutti andavamo a cento all’ora. C’era voglia e fiducia riguardo la vittoria dello Scudetto, che poi abbiamo effettivamente vinto».
Sul compagno che gli ha dato più consigli: «Io e Merkel eravamo i più piccoli ed eravamo contenti di ricevere consigli un po’ da tutti, soprattutto dai centrocampisti come Seedorf e Pirlo, che ci istruivano su diversi aspetti come la ricezione e il passaggio del pallone».
Sul rapporto con Cassano: «Avevo un ottimo rapporto con lui perché era molto simpatico, fuori dal campo scherzava sempre. È un giocatore completo, molto tecnico, che in partita si trasformava. Ho comunque avuto un legame molto forte con quasi tutti, da Clarence a Ibra, per i quali ero un po’ il fratellino minore».
Sul suo modello di calciatore: «Io mi ispiravo a Gattuso. Ammiravo la sua grinta, il suo dare il 100%. Quando sono arrivato al Milan e ho visto come si allenava, ho capito che i risultati che aveva ottenuto non erano solo fortuna. Si è meritato, con l’impegno e la tenacia, tutto ciò che ha vinto».
Sulla vicinanza della dirigenza: «Berlusconi veniva, ogni tanto, in elicottero a Milanello. Galliani era presente 2-3 volte a settimana, il che era molto importante. La loro vicinanza ci ha trasmesso l’amore per la squadra».
Curiosità Scudetto 2010-2011: il personaggio Ibrahimovic
Su Ibrahimovic: «Ibra è diverso da come viene visto in televisione. È un campione, vuole sempre vincere. Anche nel torello pretende sempre che tutti diano il massimo. Racconto un aneddoto mai svelato: quando abbiamo vinto il derby contro l’Inter grazie al gol di Ibra, la Società ha regalato 23 orologi alla squadra. Noi però eravamo 25, per cui io e Merkel ci facciamo da parte essendo i due più giovani. Il giorno dopo, venuto a sapere del fatto, Ibra mi regala il suo. Nuovo, mai usato! Non lo dimenticherò mai».
Sempre su Zlatan: «Noi mangiavamo sempre insieme, ai tavoli rotondi di Milanello. Un giorno finita l’analisi pre-partita prima di una partita di Champions, ero con Clarence, Boateng e Robinho nel bel mezzo di un torello. Ad un certo punto arriva Ibra, al quale dico “Non è un gioco per te!” e, mentre il mister ci stava parlando, Zlatan mi tira un calcio in mezzo alla schiena per vendicarsi delle mie parole. Dopo abbiamo chiarito, scherzato, ci siamo abbracciati. Eppure i giornalisti hanno sempre parlato del litigio, senza specificare che abbiamo poi risolto la questione».
Curiosità Scudetto 2010-2011: il paragone con il Milan attuale
Sul Milan attuale: «È inferiore a quello in cui giocavo io, ovviamente. Con tutto il rispetto, a centrocampo c’erano Van Bommel, Pirlo, Gattuso, Ambrosini. Il Milan è una grande squadra, sempre. Credo che i rossoneri torneranno ai livelli di un tempo, ora è un periodo difficile e bisogna avere fiducia nel futuro. Io sono tifoso del Milan. Ho il Milan nel cuore. Il Milan mi ha cambiato la vita».
Sul paragone con Kessié: «Frank è differente da me, si butta molto dentro l’area e segna molti più gol di me. Fisicamente ci somigliamo, sì, però io gioco prevalentemente davanti alla difesa, sono più difensivo. Lui ha gamba, sa fare benissimo gli inserimenti e segna molti gol».
Chiosa finale sul mancato raggiungimento del titolo nell’annata successiva al 2010-2011, a cui tanti tifosi rossoneri pensano come un’occasione persa, a prescindere dal famoso episodio del “Goal di Muntari“.
Sull’annata 2011-2012: «Abbiamo perso lo Scudetto per la mancanza di fiducia. L’anno precedente eravamo convinti di vincere, mentre nel 2012 mancava qualcosa per arrivare al 100%. Ci sentivamo i più forti, eppure mancava qualcosa per essere al top».