È in bilico la posizione del Direttore Tecnico del Milan Maldini, il quale ha avanzato diverse richieste a Gazidis oltre ad alcuni dubbi…
Il Direttore dell’area tecnica del Milan non è convinto di continuare alle attuali condizioni. L’addio di Zvone Boban e la gestione del mercato di gennaio tra i tanti motivi di divergenza con l’Amministratore Delegato Ivan Gazidis, al quale Maldini avrebbe dettato alcune specifiche richieste per la sua permanenza.
Cinque tra Coppe dei Campioni e Champions League, 5 Supercoppe UEFA, 2 Coppe Intercontinentali, 1 Coppa del mondo per club, 7 Campionati italiani, 5 Supercoppe italiane e 1 Coppa Italia. Più svariati record individuali.
Non è sufficiente stilarne il palmarès per descrivere cosa ha rappresentato Paolo Maldini come giocatore e capitano nei suoi 31 anni di Milan divisi tra giovanili e Prima Squadra. Inserito nella FIFA 100 nel 2004, Paolo ha rappresentato il calcio italiano nel mondo grazie alla sua classe e ai trofei alzati con i rossoneri, fascia al braccio.
«La mia storia mi impone di essere qua. Se c’è una scelta che devo fare all’interno del calcio, la devo fare o al Milan o alla Nazionale».
Scelto da Elliott nel 2018 per accompagnare Leonardo nella definizione tecnica della stagione 2018-2019, Maldini torna a casa in vesti da dirigente, dopo aver rifiutato le avances del duo Fassone-Mirabelli dell’anno precedente.
Dopo un’annata controversa in cui il Milan non riesce a qualificarsi alla Champions League per pochissimo, è proprio Paolo a voler operare un cambiamento importante nella rosa e a livello di dirigenza, chiamando Boban al proprio fianco e introducendo Frederic Massara nel ruolo di Direttore Sportivo.
Marco Giampaolo viene scelto principalmente da Maldini nel ruolo di allenatore della Prima Squadra, simbolo di un progetto di ricostruzione nel quale un gruppo di giovani calciatori viene catechizzato da un allenatore esperto e riconosciuto dagli addetti ai lavori come maestro di tattica.
Il seguente fallimento del piano sportivo, culminato con l’esonero del tecnico di Bellinzona e l’integrazione di Stefano Pioli sulla panchina come nuovo allenatore, getta diverse ombre sulla dirigenza, soprattutto nei confronti di Boban e Maldini.
«Nessuna squadra giovane ha vinto campionato o Champions. Per farlo servono calciatori di esperienza. Se l’idea è tornare competitivi tra 15 anni io e Boban non saremo sicuramente quelli a capo dell’area sportiva».
Il capitano vuole rimanere, ma ha bisogno di sentirsi parte integrante del progetto rossonero
Milan, conditio sine qua non: Paolo Maldini tra dubbi e richieste
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Queste dichiarazioni lasciano intravedere le prime crepe tra l’accoppiata Boban-Maldini e Ivan Gazidis, rappresentante della proprietà. Divergenze sullo sviluppo del progetto sportivo, sul calciomercato e sulla gestione degli investimenti.
«Nei momenti di difficoltà ti aggrappi sempre ai giocatori di maggiore esperienza e gente come Kjær e Ibra danno questa sicurezza. Forse però è ancora troppo poco per far crescere velocemente i nostri giovani».
Anche dopo la sessione di mercato di gennaio che vede gli ingressi di Ibrahimovič e Kjær oltre al giovane Saelemaekers, è sempre Maldini a manifestare insofferenza nei confronti della proprietà, sottolineando come la gestione delle sessioni di calciomercato precedenti sia stata troppo incentrata sui giovani e sul rispetto delle esigenze del Financial Fair Play.
«Rangnick? Ho letto. Sinceramente, da direttore dell’area sportiva, con il dovuto rispetto, non credo sia il profilo giusto da associare al Milan […] Le parole di Gazidis? Esiste un solo Milan, poi i problemi possono esserci. Abbiamo visioni diverse, ma è normale all’interno di un club. Allenatore? Alla domanda ho risposto, non ho mai contattato Rangnick, non è un profilo adatto secondo la mia visione. Rispondo per quello che so e faccio».
L’ultimo punto di discordia tra l’Amministratore Delegato Gazidis e Maldini, ma soprattutto Boban, risiede nella figura di Ralf Rangnick. Dopo i contatti tra il dirigente sudafricano e l’allenatore tedesco, con conseguente intervista di Boban a La Gazzetta dello Sport e licenziamento del dirigente da parte di Elliott. Maldini entra in una fase di limbo in cui molti si esprimono cercando di prevedere il futuro dell’ex capitano milanista.
Possiamo immaginare che, considerato il suo orgoglio e la volontà manifestata di essere una figura al centro del progetto. Paolo non sia interessato a continuare come mera figura di bandiera milanista, fungendo da parafulmine e specchietto per le allodole.
Dopo un anno a fianco di Leonardo nel ruolo di Direttore Sviluppo Strategico Area Sportiva, infatti, la sua posizione nel Club è cambiata dopo l’addio del brasiliano. Sviluppandosi nella figura del Direttore Tecnico, un ruolo più centrale e importante nelle scelte sportive.
Sarà quindi fondamentale per la sua permanenza che la scelta dell’allenatore per la prossima stagione sia affidata proprio a lui. Insieme ad altre decisioni di grande responsabilità. Probabilmente, almeno leggendo le sue dichiarazioni in merito. Non sarà possibile un futuro a tinte rossonere che veda insieme le figure di Paolo Maldini e Ralf Rangnick. A meno di clamorosi colpi di scena.