Gattuso chiede ai vertici e a chi lavora al cambio di proprietà di poter operare sul campo, senza doversi preoccupare di altro
Ventiquattro ore fa è nato il primo vero Milan targato Gennaro Gattuso. Quanto fatto lo scorso anno è già stato archiviato, la squadra ereditata da Montella può aver cambiato rotta grazie a Ringhio, ma anche per orgoglio proprio. Il campo ha emesso un verdetto chiaro: il Diavolo agli ordini dell’ex n.8 rossonero si sarebbe classificato terzo, almeno stando ai risultati conseguiti nel girone di ritorno. I dati emersi sono comunque veritieri in parte, la voglia di rifarsi può aver animato oltremodo, un gruppo parso incredibilmente molle nella prima fase della stagione. Il raduno andato in scena ieri ha celebrato la nascita della creatura figlia di Gattuso e mille difficoltà. Bisognerà saper ponderare ogni giudizio in merito, le problematiche che si protrarranno anche nei prossimi giorni continueranno a minare il lavoro del mister. Calma e lucidità, non sono ammessi picchi di euforia e/o sconforto, al massimo è gradita serenità.
UNA SOLA RICHIESTA «Serenità», Gattuso non ha avanzato la pretesa di ricevere rinforzi, campioni o altro, quello lo avrà fatto a suo tempo. Oggi l’allenatore rossonero chiede ai vertici e a chi lavora al cambio di proprietà di poter operare sul campo, senza doversi preoccupare di altro. Le voci intorno al club non aiutano il tecnico che sa di poter contare su un gruppo unito, ma che da troppo tempo – sempre -, si trova a leggere di una società in preda ai venti. L’uscita di scena di Mr. Li potrebbe portare un po’ più di tranquillità, Elliott o chi subentrerà sarà sicuramente referenziato in maniera più chiara. Gattuso si preoccupa anche per quello che potrebbe essere il suo nuovo “supporto” tecnico. Il ribaltone societario potrebbe portare dei cambiamenti netti anche nel management, quindi, sia Fassone che Mirabelli potrebbero essere sostituiti da volti nuovi. L’attuale Ds rossonero rappresenta per Gattuso un punto di riferimento, un amico, un consigliere, ma anche un supporto con il quale condividere scelte positive o errori di inesperienza. «Una squadra che lavora in sintonia che può sbagliare, ma prima ci pensa mille volte», Gattuso ha definito così il rapporto di collaborazione creato con Mirabelli. La stessa scelta dei giocatori condivisa da entrambi può sortire risultati più o meno buoni, nella peggiore delle ipotesi, non vi è uno solo dei due a doverci mettere la faccia. Insieme per crescere, il messaggio filtrato dal mister che “domani” potrebbe trovarsi al fianco un nuovo dirigente è stato chiaro. Trovare un’intesa totale e ripartire da zero non sarebbe così facile, ne scontato, soprattutto in questo periodo.