Paloschi si racconta in un’intervista alla Gazzetta dello Sport.
Dalla gloria della Serie A alla realtà della Serie D: questa è la storia di Alberto Paloschi, attaccante classe 1990 che ha vissuto uno dei debutti più iconici nella storia recente del Milan. Oggi, a 35 anni, veste la maglia della Pro Palazzolo e continua a giocare con passione e dedizione, lontano dai riflettori che lo avevano acceso il 10 febbraio 2008. Quel giorno, a soli 18 anni, Paloschi segnò dopo appena 18 secondi dal suo ingresso in campo nella sua prima presenza in Serie A con la maglia del Milan.
“Ricordo ancora l’emozione, era qualcosa di indescrivibile,” ha raccontato Paloschi in un’intervista alla Gazzetta dello Sport. “Ancelotti aveva già fatto due cambi, ne rimaneva uno. Ci speravo, ma non ci credevo. Ero stato richiamato dal Viareggio perché Gilardino era squalificato e Pato infortunato.” Entrato al posto di Serginho, bastò un lancio di Seedorf per scrivere la storia: “Non ho fatto nemmeno in tempo a sistemarmi la maglia. Lancio di Seedorf e mamma mia San Siro.”
In campo quel giorno c’era anche Pippo Inzaghi, il suo idolo: “Pippo è stato il mio ispiratore, più di un idolo. Mi sarebbe piaciuto essere il suo erede, ma sono felice della mia carriera. In quello spogliatoio c’erano campioni veri, io non ero a quel livello, ma non ho mai smesso di dare il massimo.”
Il periodo più brillante della sua carriera è legato al Chievo Verona: “Lì ho avuto continuità, sia di rendimento che di gol. Il Chievo era l’ambiente ideale per un giovane: organizzazione, competenza, serietà. Mi piaceva l’idea di una piccola realtà che sfidava i grandi club.”
L’esperienza all’Atalanta, invece, fu meno felice: “È stata l’unica stagione in cui non sono riuscito a segnare. Gasperini è un grande allenatore, ma non andò come speravo. In quei momenti, un giocatore capisce quando non è al massimo e quando un compagno sta meglio.”
Dopo le esperienze a Cagliari e Spal, Paloschi si ritrovò senza contratto: “Non arrivarono offerte né dalla Serie A né dalla B. Non so il motivo, forse non mi consideravano più all’altezza. Accettai la proposta del Siena in Serie C con entusiasmo, volevo mettermi ancora alla prova.”
Oggi gioca in Serie D, prima al Desenzano e ora alla Pro Palazzolo: “Cercavo un club vicino a casa e con ambizione. La Pro Palazzolo vuole salire in C. Finché il fisico me lo permetterà, continuerò a giocare. So che mi mancherà la domenica, l’adrenalina, le emozioni. Dopo, magari resterò nel mondo del calcio, ma non so ancora in quale ruolo.”
E sugli infortuni, Paloschi conclude con grande maturità: “Non so se mi abbiano condizionato. Sono ostacoli che capitano a tutti. Li ho sempre affrontati a testa alta.” Una carriera fatta di alti e bassi, ma sempre vissuta con professionalità e passione.