Scudetto Milan, una nuova festa! Durante l’estate 2010 in panchina, al posto del dimissionario Leonardo, arriva Massimiliano Allegri. Con l’allenatore toscano, il 4-3-1-2 e il nuovo acquisto Zlatan Ibrahimovic, giunto a Milanello insieme a moltissime altre stelle, i rossoneri si laureano Campioni d’Italia per la diciottesima volta nella loro storia.
Finalmente è l’anno dello scudetto, Milan! L’estate del 2010 rivoluziona il Milan a livello soprattutto tecnico. In panchina Leonardo lascia e al suo posto arriva Massimiliano Allegri. Il tecnico toscano viene presentato in un caldo pomeriggio di inizio luglio al fianco dell’entusiasta Presidente Silvio Berlusconi e dell’amministratore delegato Adriano Galliani. Durante il precampionato, la Società lavora in maniera attiva e decisa sul mercato con l’obiettivo di rafforzare la squadra in tutti i reparti. La campagna acquisti, infatti, risulterà stellare e ricca di investimenti importanti. A Milano arrivano Amelia, Papastathopoulos, Kevin-Prince Boateng, Robinho, Yepes e soprattutto Zlatan Ibrahimovic. L’ingresso in rosa dell’ex centravanti di Inter e Barcellona porta alle cessioni definitive di Huntelaar e Marco Borriello, che componevano il quadro d’attacco della passata stagione, andando quindi a riformulare l’intero reparto offensivo.
La squadra guidata dall’allenatore toscano debutta in campionato, a San Siro, con un netto 4-0 sul Lecce neo promosso (in gol Pato, con una doppietta, Thiago Silva e Pippo Inzaghi). Prestazione convincente, gol, giocate di lusso e tante bollicine per un Milan che appare fresco e frizzante, forse sulla falsa riga di quanto visto l’anno passato con Leonardo. L’euforia della partenza in Serie A, però, perde consistenza già alla seconda giornata, al Dino Manuzzi di Cesena i rossoneri cadono 2-0 con Ibrahimovic che, all’esordio, stampa sul palo il rigore del novantesimo minuto dopo il dominio romagnolo sull’intero match. Conseguentemente a quella sfida, gli uomini di Allegri non riescono a ingranare la marcia in campionato, mentre in Champions League il debutto contro l’Auxerre a San Siro – con l’attaccante svedese che sigla la sua prima doppietta milanista e la squadra che trova i primi tre punti nel proprio girone – sembra restituire una seppur flebile fiducia al gruppo.
Scudetto Milan: la mano del Presidente
Con il passare del tempo, il cambio di modulo imposto da Berlusconi e attuato dallo stesso Allegri consente alla squadra più titolata al mondo di recuperare terreno in classifica fino alla vetta raggiunta poi nel mese di novembre e mai abbandonata sino al termine della stagione. Partendo dal 4-3-3 iniziale, l’assetto tattico muta nel tanto inseguito 4-3-1-2 che prevedeva un centrocampo muscolare e strutturalmente forte composto da tre mediani di ruolo e un trequartista dai piedi buoni come Clarence Seedorf o Kevin-Prince Boateng. Il dirottamento verso questo sistema di gioco consente al Milan di portare a casa il derby d’andata contro l’Inter di Rafa Benitez grazie al gol su rigore di Ibra dopo un fallaccio di Materazzi proprio ai danni dello svedese esattamente al quinto minuto di gioco della stracittadina meneghina. Le sconfitte contro Juventus (2-1 per i bianconeri a San Siro) e Real Madrid (all’andata al Bernabeu per 2-0) ridimensionano le aspettative di tutto l’ambiente che si riaccende in occasione della sfida casalinga di ritorno contro i Galacticos grazie all’intramontabile Pippo Inzaghi, che con una doppietta riesce a raggiungere quota 70 reti in Champions League. È storia. SuperPippo è diventato il miglior capocannoniere di tutti i tempi rispetto a tutte le competizioni europee per club. È anche diventato il secondo giocatore più anziano a segnare in Champions League.
Scudetto Milan: il giro di boa e il mercato di riparazione
Il calciomercato di gennaio porta alla cessione di Ronaldinho che con il cambio di modulo adoperato da Allegri era finito ai margini della rosa. In compenso arrivano a vestire rossonero Mark Van Bommel, Urby Emanuelson e Antonio Cassano. Indimenticabile, tornando a parlare di calcio giocato, il gol del giovane Rodney Strasser all’ultimo secondo contro il Cagliari al Sant’Elia grazie al quale i rossoneri si laureano Campioni d’inverno. Ma la notizia di quel freddo inverno era un’altra. Leonardo, che solo sei mesi prima aveva abbandonato il popolo rossonero in lacrime, subentra a Benitez come responsabile tecnico della prima squadra nel frattempo laureatasi Campione del mondo. Leo all’Inter dunque.
Un duro colpo per il Milan e per i milanisti, che da allora etichetteranno il brasiliano come “traditore”. Nel frattempo la corsa scudetto continua ininterrottamente con i nerazzurri che recuperano di prepotenza terreno facendosi sotto come seria pretendente al titolo insieme alla squadra di Allegri e al Napoli di Walter Mazzarri, che però uscirà presto dai giochi grazie alla vittoria rossonera al Meazza con i gol di Ibrahimovic e Pato (doppietta). Il Papero risulterà decisivo soprattutto negli scontri diretti e nei big match. Come in occasione del derby di ritorno contro l’inter di Leonardo, accolto nella maniera peggiore possibile dai tifosi milanisti e dal popolo della Sud: grazie a una doppietta proprio dell’attaccante brasiliano e al gol di Cassano su rigore, poi espulso per una sciocchezza, i rossoneri di fatto si aggiudicano lo scudetto con due mesi d’anticipo.
Scudetto Milan: testa solo al campionato
L’eliminazione dalla Champions League poi, per mano del Tottenham, distrugge i sogni europei della squadra di Allegri che a quel punto concentra le proprie forze e i propri sforzi sulle competizioni nazionali, raggiungendo, infatti, le semifinali di Coppa Italia. Il Palermo elimina il Milan che può comunque consolarsi con il diciottesimo scudetto della sua storia agguantato a Roma grazie allo 0-0 dell’Olimpico. Milan sul tetto d’Italia quindi. A San Siro, una settimana dopo, è festa totale. Kevin-Prince Boateng balla in stile Micheal Jackson e Allegri può godersi, finalmente, il primo titolo della sua carriera da manager. Pirlo dopo anni felici e ricchi di successi, lascia Milanello e il Milan, salutato dal resto del gruppo dopo una felice annata che porta anche la sua prestigiosa firma.
Un’anno intenso, una stagione ricca di soddisfazioni e soprattutto carica di quel bellissimo tricolore che ha premiato una squadra di Campioni e stelle importanti. Insomma, altri tempi.